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Consulta degli stranieri, il Pd: "Bene, ma non basta"

"Crediamo sia importante oggi, e renderebbe il nostro paese più forte, poter stabilizzare la presenza delle ragazze e i ragazzi figli di migranti residenti, nati e cresciuti in Italia. Si tratta di più di 1 milione di persone"

Qualche giorno fa si è svolto l’incontro del Forum Immigrazione e Intercultura del Pd forlivese, a pochi giorni dall’elezione del Consiglio dei cittadini stranieri di Forlì. “Le migranti e i migranti residenti nel territorio italiano non sono un segmento della società, ma un agente di cambiamento, un fattore della crescita, dello sviluppo economico e della coesione sociale – sostiene il coordinatore del Forum, Josè Molina -. Crediamo sia importante oggi, e renderebbe il nostro paese più forte, poter stabilizzare la presenza delle ragazze e i ragazzi figli di migranti residenti, nati e cresciuti in Italia. Si tratta di più di 1 milione di persone che attendono che una nuova legge (lo ius soli temperato) li riconosca. Il 13,5% degli studenti delle scuole secondarie nel forlivese sono figli di famiglie migranti e lo è 1 scolaro su 5. Sembra che finalmente uno spiraglio si apra e la nuova legge sulla cittadinanza venga approvata della popolazione promulgata presto”.

“Invece ci chiediamo a che punto siamo col diritto di elettorato amministrativo, attivo e passivo a chi risiede sul territorio italiano da almeno 5 anni, come prevede d’altra parte la Convenzione di Strasburgo del 5 febbraio 1992. Purtroppo, finchè i migranti non avranno il diritto al voto aministrativo, continueranno ad essere ignorati ed attaccati da partiti e movimenti xenofobi, che non cambieranno mai l’atteggiamento nei loro confronti – continua Molina - . Crediamo quindi che sia un primo passo ed un minimo riconoscimento l’elezione del Consiglio degli stranieri residenti a Forlì, che si svolgerà il domenica in salone Comunale. Esperienza da diffondere in attesa del voto amministrativo. Accogliamo con molta soddisfazione la posizione della Commissione Europea sull’agenda appena approvata e che delinea le azioni immediate da compiere e le strategie che per la prima volta coinvolgeranno tutti i paesi membri, per fronteggiare meglio la drammatica situazione che vivono i profughi che si affacciano sul Mediterraneo e nelle zone di guerra. Azioni come quelle di triplicare capacità e mezzi delle operazioni per recuperare i profughi, con uno stanziamento di 89 milioni di euro, oltre alla messa in opera di un meccanismo di distribuzione tra i paesi membri dell’UE, con uno stanziamento di un fondo straordinario di 50 milioni di euro”, conclude.

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