rotate-mobile
Cronaca

Coronavirus e bimbi, il prof Valletta: "La chiusura delle scuole ha evitato il diffondersi dei contagi"

"Come ormai appare chiaro dalle informazioni che ci giungono da tutto il mondo, i bambini contraggono una forma di malattia complessivamente molto meno grave di quella che interessa gli adulti"

Anche i bambini possono ammalarsi di coronavirus. Nell'area forlivese c'è il caso di un undicenne che ha contratto la malattia insieme alla madre 39enne. Entrambi si trovano in isolamento domiciliare e le loro condizioni non destano preoccupazioni. Enrico Valletta, direttore del Dipartimento Trasversale Salute Donna, Infanzia e Adolescenza di Forlì-Cesena e dell'Unità Operativa di Pediatria del "Morgagni-Pierantoni" di Vecchiazzano risponde ad alcuni dubbi presentati in questi giorni da tante famiglie.

Dottor Valletta, i bambini sono suscettibili al coronavirus quanto gli adulti?
Sì, anche i bambini lo sono come gli adulti. Ma, come ormai appare chiaro dalle informazioni che ci giungono da tutto il mondo, i bambini contraggono una forma di malattia complessivamente molto meno grave di quella che interessa gli adulti. Soprattutto le forme con grave interessamento polmonare - in definitiva quelle che hanno causato la perdita di tante vite tra gli adulti e le persone più anziane - sono molto rare e, altrettanto rara è l'evenienza che un bambino con coronavirus abbia necessità di cure in terapia intensiva. Nondimeno, un bambino che contrae il virus, anche se con pochi sintomi banali (raffreddore, bronchite, un po' di febbre), può trasmetterlo ad altre persone magari più fragili per le quali il pericolo può essere maggiore. Ritengo che la chiusura delle scuole che si protrae ormai da diverse settimane e i provvedimenti restrittivi più recenti abbiano contribuito grandemente a ridurre in maniera drastica la diffusione del virus tra i bambini e i ragazzi.

Norme di prevenzione e igiene: come devono fare i genitori per renderle più semplici?
Resto dell'idea che l'esempio nei comportamenti da parte degli adulti sia lo stimolo più forte per indurre comportamenti altrettanto corretti nei bambini. L'accettazione consapevole e responsabile, da parte dei genitori, di tutte quelle norme che ripetutamente ci vengono raccomandate farà sì che anche i bambini accettino meglio il lavaggio frequente delle mani, se necessario l'allontanamento temporaneo dalle persone più anziane o fragili, l'uso della mascherina in tutte le situazioni indicate, la permanenza in casa fatte salve le poche necessità irrinunciabili. Occorre far capire l'importanza delle regole che ci siamo dati con fermezza e con l'esempio ma, d'altra parte, senza drammatizzare o cadere in comportamenti puramente ossessivi. Consapevolezza, responsabilità e condivisione delle regole, quindi. I bambini e anche gli adolescenti, come sempre, ci guardano e imparano da noi.

Se il piccolo ha un sintomo, come ci si deve comportare?
Il proprio Pediatra di famiglia è il punto di riferimento per qualsiasi problema di questo tipo. Occorre, prima di tutto, contattarlo e concordare con lui il da farsi. Certamente non tutti i bambini che si ammaleranno in queste settimane avranno il nuovo coronavirus, ma in qesto periodo è bene essere prudenti e quindi è del tutto sconsigliato precipitarsi in Pronto Soccorso o in ambulatorio; meglio telefonare al Pediatra, descrivergli i sintomi e il resto verrà di conseguenza.

Qual è il protocollo che i genitori devono seguire in caso di positività?
Come abbiamo detto, se un bambino contrae il virus è molto probabile avrà una malattia tutto sommato lieve che potrà essere curata a casa seguendo le norme di isolamento domiciliare che verrano definite dal Dipartimento di Sanità Pubblica che si incaricherà anche di seguire l'andamento clinico con regolari contatti telefonici e eseguire i necessari tamponi di controllo nei contatti familiari. Saranno pochi, prevedibilmente, i bambini positivi che avranno bisogno di ricovero in ospedale e, per loro, sono state previste adeguate misure di accoglienza protetta e di cura. Tanto più si allunga e viene correttamente seguito il periodo di stretta permanenza domiciliare in atto, tanto minore dovrebbe essere il rischio che un bambino contragga l'infezione. Ogni caso andrà comunque valutato singolarmente, soprattutto in termini di composizione del nucleo familiare e di caratteristiche dell'abitazione nella quale trascorrere il periodo di osservazione.

In caso di isolamento domiciliare, i genitori possono stare vicino al figlioletto?
Certamente e saranno date loro tutte le indicazioni igieniche e di comportamento per sorvegliare e ridurre il rischio di allargare l'infezione ai componenti della famiglia che ancora risultassero negativi. Questo, soprattutto in presenza di persone anziane o con malattie croniche preesistenti.

C'è un alimentazione particolare da seguire?
No, direi che nel caso del COVID-19 non ci sono suggerimenti di alimentazione particolari da dare, tranne un'adeguata igiene delle mani e nel trattare gli alimenti così come nello stare a tavola. Curare l'idratazione se c'è febbre e per il resto dei sintomi il Pediatra saprà consigliare caso per caso. Occorre, invece considerare che questo è un periodo di scarsa attività fisica per i bambini che sono costretti a non andare a scuola e a rimanere confinati in casa. Il rischio di adottare comportamenti alimentari scorretti, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, è reale. Un aumento dell'apporto calorico senza un'adeguata attività fisica può portare a situazioni di eccesso ponderale che debbono essere evitati con un'alimentazione che tenga conto del periodo di ridotta attività motoria e di tendenziale sedentarietà.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coronavirus e bimbi, il prof Valletta: "La chiusura delle scuole ha evitato il diffondersi dei contagi"

ForlìToday è in caricamento