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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Uae Tour, odissea finita per i forlivesi ad Abu Dhabi: "Eravamo inermi. Stiamo bene. Forte stress"

E' ufficialmente finita lunedì mattina l'odissea dell'ex ciclista professionista meldolese Matteo Montaguti e del forlivese Michael Massa, entrambi nello staff dell'organizzazione corse di Rcs Sport all'Uae Tour

Atterrati al Marconi di Bologna dopo un volo da Dubai poco dopo le 12.30. E' ufficialmente finita lunedì mattina l'odissea dell'ex ciclista professionista meldolese Matteo Montaguti e del forlivese Michael Massa, entrambi nello staff dell'organizzazione corse di Rcs Sport all'Uae Tour, la competizione ciclista del World Tour fermata giovedì scorso dopo due presunti casi di coronavirus riscontrati tra i membri dello staff delle squadre. Da lì in poi circa 600 persone della carovana sono state poste in una sorta di quarantena.

Dopo il test al tampone, negativo, la situazione si è sbloccata per i due romagnoli, che hanno così potuto fare il rientro in Italia con altri colleghi dell'organizzazione. Quando ci siamo messi in contatto con Massa, stava rincasando proprio con Montaguti.

Prima di tutto, come state?
Stiamo bene. Non abbiamo mai avuto niente (sorride, ndr). Siamo solo un po' stressati.

Qual è il vostro umore?
E' ovvio che siamo contenti di essere rientrati. Ci hanno fermato senza un apparente motivo.

Ci può raccontare cosa è accaduto?
Siamo arrivati in hotel giovedì sera e ci hanno comunicato la sospensione della gara. E poi da lì è iniziata l'odissea.

Ma come è emersa la positività dei due italiani?
Onestamente non lo so. C'è stata anche un po' di confusione, perchè quelli che erano casi certi erano diventati probabili. Poi da probabili a negativi e da negativi a positivi. Da lì hanno bloccato in via preventiva le squadre che si trovavano nello stesso piano dei presunti positivi.

E lei si trovava nello stesso hotel?
No, non eravamo con le squadre, ma vicino.

Quali sono state le misure di prevenzione?
Ci hanno controllato e finchè non sono arrivati gli esiti dei tamponi, ci hanno trattati come fossimo degli "appestati" (sorride, ndr). Eravamo chiusi nelle nostre stanze. Poi quando c'era l'illusione di ripartire, convocandoci nella hall, veniva cambiata subito idea, impedendoci di uscire. E l'attesa era di ore. Nell'hotel le porte erano chiuse, quindi non si poteva fare nulla. Bisogna attenersi a quel che veniva comunicato. Erano i nostri referenti di Rcs ad aggiornarci, che ricevevano le comunicazioni del caso.

Quali sono stati i motivi che hanno creato questa situazione di "blocco"?
Ci sono stati a quanto pare degli errori di forma nei test.

Nel senso?
Non sono stati particolarmente precisi. Quindi il risalire ai nomi ha prolungato i tempi.

Quanti ne avete fatti?
Uno solo.

C'era qualcuno tra di voi che aveva dei sintomi?
Nessuno. Capisco la prevenzione, ma è stato un po' esagerato.

In camera era da solo?
Si, una camera singola.

E come trascorreva la giornata?
Guardavo film, televisione, chattavo con i miei amici del gruppo per capire se c'erano delle novità. Poi ero tra i fortunati ad avere una stanza con vista all'esterno e guardavo chi giocava a golf.

E non poteva uscire dalla stanza?
No.

E per colazione, pranzo e cena?
Nemmeno. Lo staff ci serviva in camera. E si presentava indossando la mascherina.

Da Forlì come l'hanno vissuta i suoi familiari?
Chiedevano informazioni. Sapevano che stavano bene, ma erano preoccupati per la situazione.

C'è ancora qualcuno ad Abu Dhabi?
Sì, ci sono alcuni colleghi che attendono l'esito dei tamponi. Poi dovrebbero rientrare nelle prossime ore. Così come alcune squadre.

Come viene percepita la situazione in Italia dagli Emirati?
Sinceramente non lo so. Non avevo rapporti diretti. Chiaro che è stata una decisione forte quella di stoppare la competizione.

La cosa che l'ha infastidita di più?
Non avere notizie. Eravamo inermi ed è molto brutto vivere una situazione del genere. Eravamo in balia degli eventi. Dovevamo ripartire domenica mattina. Era tutto pronto. Ma la porta dell'hotel era chiusa, con gli inservienti dell'hotel che non ci facevano uscire perchè non era arrivato il via libera della Polizia Locale. E siamo ripartiti con 24 ore di ritardo.

La prima cosa che arriva a Forlì?
Mangiare un buon piatto di cappelletti al ragù fatti dalla mamma. Poi mi rimetto al lavoro.

La sua opinione sull'emergenza coronavirus?
I mass media hanno creato fobia e le persone si fanno influenzare da quello che sentono. L'uso della mascherina di persone sane, come l'assalto nei supermercati, ne è la prova.

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