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Cronaca

La lezione del virus? Il vescovo: "Riscoperta l'importanza della famiglia. Prepariamoci a ripartire migliori di prima"

Messe a porte chiuse senza fedeli, ma con l'eco delle campane a regalare un senso di normalità che si diffonde nei quartieri completamente deserti

Continuano le domeniche di Quaresima nel tempo del coronavirus. Messe a porte chiuse senza fedeli, ma con l'eco delle campane a regalare un senso di normalità che si diffonde nei quartieri completamente deserti. Un suono antico che rassicura e tranquillizza, simbolo ora e più che mai di unificazione. Un periodo di quarantena forzato dall'emergenza, "che fa sperimentare alla nostra quaresima il valore della comunità. Ci sentiamo più uniti ed in comunione in questi giorni e settimane", ha sottolineato il vescovo Livio Corazza nell'omelia della messa trasmessa sui canali social della Diocesi e da TeleRomagna.

La lezione della quarantena

"State a casa continuano a ripeterci e fanno bene - esordisce il vescovo -. Non è facile, siamo un po' tutti agli arresti domiciliari e non sappiamo quando ci sarà il fine pena come dicono gli amici carcerati. Eppure da queste situazioni stiamo imparando delle lezioni importanti. La quarantena insegna che il digiuno eucaristico può aiutarci a valorizzare il "pane della parola", che nutre e infiamma il nostro cuore e dà senso alla nostra vita. Inoltre consegna l'invito a recuperare la famiglia, come piccola chiesa domestica. Qualcuno dice di aver scoperto la preghiera in famiglia. E' tempo per condividere un dialogo vero, ma non dimentichiamo chi è solo, come gli anziani. La quarantena ci insegna a utilizzare i tanti mezzi di comunicazione per farci presenti, con un'attenzione di solidarietà e vicinanza al prossimo. Fa sperimentare alla nostra quaresima il valore della comunità. Ci sentiamo più uniti ed in comunione in questi giorni e settimane. Ci sentiamo legati gli uni agli altri, distanti sì, ma non soli".

La presenza di Dio

Il vangelo di Giovanni ha testimoniato l'incontro di Gesù con la samaritana: "Facciamo nostre le parole "Se tu conoscessi il dono di Dio". Il Signore è con noi ed è attivo e vivo anche in queste circostanze. Vuole darci la sua acqua da bere per dissetare il bisogno di senso e di vita. Aperte o chiuse, le nostre custodiscono la presenza di Cristo risorto, che continua a dirci "Non abbiate paura. Io sono con voi sempre. Andrà tutto bene"". Corazza ha ricordato che Pasqua è vicina e che "nel mezzo del deserto delle nostre strade Dio è attivo in mezzo a noi, dove si rendono visibili l'amore e la misericordia. Dio è presente nella dedizione straordinaria di tanti medici, infermieri e personale sanitario; nella fantasia degli insegnanti che continuano a dare lezioni a distanza agli alunni; è presente nei preti, che le pensano tutte pur di farsi sentire ai fedeli e che si sentono come dei leoni in gabbia; è presente nel personale delle istituzioni, che dedicano l'intera giornata pensando a noi senza orari. Dio è presente tra chi lavora nei negozi di alimentari e cassiere, che potremo dire che rischiano la vita ogni volta che incontrano qualcuno. E' presente tra i tanti volontari che da lunedì a Forlì inizieranno a portare la spesa a casa a chi non può muoversi. E' presente nelle campane che suonano e che chiamano alla preghiera; tra coloro che hanno aderito nelal staffetta del rosario continuo, coprendo le ore del giorno e della notte".

"Prepariamoci a ripartire"

"Il tempo del contagio ci ha brutalmente ricordato quanto siamo fragili e quanto siamo deboli, ma ci ha anche insegnato a pregare e farlo bene e quanto sia importante la comunità - ha proseguito -. La preghiera non serve come amuleto, ma rende possibile il nostro rimanere umani e noi stessi, senza consentire al virus che detti le regole del gioco". Il vangelo della terza di Quaresima descrive un Gesù stanco, che ha sete e che si siede ai bordi di un pozzo. Corazza, analizzando la parole dell'evangelista Giovanni, ha sottolineato come "Gesù sia il maestro delle rinascite, che spinge a ripartire. Noi siamo chiusi nelle nostre case, ma prepariamoci a ripartire. Ripartiamo dalla sete di Dio, che ci rinnova. Mediatiamo in questo tempo su quello che vogliamo cambiare nella nostra vita. Ripartiamo noi adulti dalla fede del Signore che tante volte trascurato e dagli effetti più cari, troppo spesso anche questi trascurati e che in questi giorni un virus ci ha costretti a rivalutarli. Ma dovevamo aspettare un virus per scoprire l'importanza della famiglia, della messa domenicale, della parola di Dio e del valore del bene comune? Forse è proprio questa la grande lezione. Prepariamoci a ritornare alla vita di tutti giorni, ma non come prima. Usciamo da questa situazione migliori di come ne siamo entrati, consapevoli delle cose che veramente contano. Corazza ha quindi invitato "a non dimenticarci di questi giorni", rivolgendosi ai bambini ("disegnate le cose belle e le lezioni che avete imparato"), ai giovani ("tenete un diario, con fotografie sui social o come preferite, con le paure e le speranze che sentite"). "Non vogliamo farci vincere dalla paura, ma dobbiamo prepararci ad uscire, non come prima ma migliori di prima. E il Signore ci aiuterà. Se rimaniamo uniti andrà tutto bene", ha concluso.

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