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Cronaca

Crisi economica, il Comune ci mette una 'pezza' con oltre 500mila euro per le famiglie

Evitare l'aumento delle situazioni di povertà. Questo l'obiettivo del Comune di Forlì, che, per contrastare i problemi legati al decremento del reddito delle famiglie, legato alla crisi economica che continua al flagellare il territorio, ha messo a disposizione 571mila euro

Evitare l'aumento delle situazioni di povertà. Questo l'obiettivo del Comune di Forlì, che, per contrastare i problemi legati al decremento del reddito delle famiglie, legato alla crisi economica che continua al flagellare il territorio, ha messo a disposizione 571mila euro per due tipi di interventi di sostegno: un fondo per misure straordinarie anticrisi ed uno per la morosità incolpevole, ai quali si potrà accedere tramite bando. Il tutto in concertazione con Cgil, Cisl e Uil.

“Da quando è iniziata la crisi l'amministrazione ha ridistribuito una parte delle risorse pubbliche alle famiglie in difficoltà per contrastare appunto il calo del reddito legato alla crisi.  - spiega il sindaco Davide Drei -. Si parla di alcune centinaia di migliaia di euro in interventi concordati con le organizzazioni sindacali. Anche quest'anno diamo corso  a questa volontà  con un duplice intervento, i cui fondi sono già già nella previsione di di spesa fin dal 2014”.  

GLI INTERVENTI – Entra nel dettaglio l'assessore alle politiche sociali Raoul Mosconi, che snocciola le informazioni relative ai due bandi, che sono consultabili  sul sito del Comune di Forlì, alla sezione bandi (https://www.comune.forli.fc.it/servizi/bandi). Il fondo per le misure straordinarie anticrisi ammonta a 300mila euro e si rivolge ai lavoratori subordinati residenti nel Comune di Forlì che dal 1 dicembre 2013, per effetto della crisi aziendale, siano stati licenziati, siano in cassa integrazione, abbiano subito una riduzione dell'orario, non abbiano beneficiato del rinnovo del contratto. Il requisito principale è l'Isee che per il 2015 deve essere pari o inferiore a 8.500  euro. Per questo intervento si calcolano 360 contributi: 120 da 500 euro per le famiglie senza minori e 240 da mille euro, per quelle con almeno un minorenne a carico. La scadenza del bando è il 29 febbraio 2016.

Il fondo di morosità incolpevole ammonta a 271mila euro e si rivolge a chi non ha potuto pagare l'affitto  a causa della perdita o della riduzione del reddito, legata a licenziamento, riduzione dell'orario, cassa integrazione, mancato rinnovo di contratti, cessazione di attività.  Per accedere al bando si deve essere destinatari di un atto di intimazione di sfratto per morosità ed avere un Isee non superiore a 26mila euro. Il fondo può essere utilizzato per arginare la situazione in diversi modi: transare con il proprietario l'azzeramento della morosità, dare un deposito cauzionale per la stipula di un nuovo contratto di affitto, evitare l'esecuzione dello sfratto o estinguere il procedimento se restano due anni per la scadenza del contratto. Il bando resterà aperto fino ad esaurimento della somma. 


I SINDACATI – Da parte dei segretari dei sindacati confederali, con i quali sono stati messi a punto gli interventi, c'è soddisfazione, ma ci sono anche richieste. Paride Amanti della Cgil sottolinea come si tratti di “strumenti che danno risposte ad alcune tipologie di persone colpite dalla crisi, ma non siano esaustivi.  Il saldo occupazionale è ancora negativo, nonostante i timidi segnali di ripresa. Da settembre è necessario riprendere il confronto con l'amministrazione per aggiungere nuove risorse e chiediamo che queste modalità siano estese ai 15 Comuni dell'Unine della Romagna forlivese”.  “Dopo mesi  siamo riusciti  ad avere in questi 2 accordi – prosegue Luigi Foschi, della Uil -.  La crisi ha segnato un abbassamento dei redditi e una conseguente restrizione della classe media, con tante famiglie che sono andate ad allargare ulteriormente la fascia dei poveri. E' necessario fermare questa discesa”. Conclude Vanis Treossi della Cisl, sottolineando come questo sia “l'inizio di un percorso che andrà proseguito. Si tratta di interventi che rischiano di diventare strutturali, per questo dobbiamo aprire nuove frontiere nella contrattazione,  per dare risposte nuove e differenti”.
 

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