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Cronaca Santa Sofia

Daino in piazza a S.Sofia, i Verdi: "Illegale riconsegnarlo a privati"

I Verdi di Forlì-Cesena guidati da Sauro Turroni, non demordono sulla storia del daino di Camposonaldo, "addomesticato" ma libero, che alcuni giorni fa ha inseguito i suoi amici, i bambini del piccolo borgo dei Calci, dietro lo scuolabus

I Verdi di Forlì-Cesena guidati da Sauro Turroni, non demordono sulla storia del daino di Camposonaldo, “addomesticato” ma libero, che alcuni giorni fa ha inseguito i suoi amici, i bambini del piccolo borgo dei Calci, dietro lo scuolabus fino alla piazza di Santa Sofia. La sua storia sta facendo il giro, non solo a livello locale. Trovato piccolissimo che aveva pochi giorni, come spesso capita in montagna, il daino è stato “seguito” dagli abitanti della frazione, pur in stato di libertà. Munito di un campanellino al collo, si trova a suo agio tra gli uomini.

Ma degli uomini non conosce il “vizio” per la burocrazia e la polemica politica. Infatti, i daini, essendo fauna selvaggia, sono patrimonio indisponibile dello Stato e quindi nessuno può “appropriarsene”. Dopo la cattura ad opera della Forestale il daino è stato preso in carico dal vicesindaco di Santa Sofia Lungherini e riportato nel suo habitat, fatto di boschi e di un grumo di case nei pressi della frazione di Camposonaldo.

Per Turroni dei Verdi è un “daino che è stato consegnato illegalmente, su illecita indicazione della Provincia, a un cacciatore-vicesindaco”. Turroni lascia fuori, come dice lui, “la scusa dei cosiddetti sentimenti, mettendo a mezzo i bambini con tanto di “poverini” afflitti per la perdita di un loro compagno di giochi”. E attacca: “Tutte cose dietro le quali tentano di nascondersi personaggi abituati a fare della fauna selvatica quello che vogliono, considerandola cosa propria e non della intera collettività, degna solo di essere destinataria di fucilate e di utilizzo come animale da cortile nel caso di cuccioli sopravvissuti agli spari. Non si può detenere un animale selvatico senza autorizzazione, senza che provenga da un allevamento autorizzato, senza saperne indicare le liceità della provenienza. Il C.F.S sa benissimo queste cose tanto è vero che le persegue con esemplare rigore”.

Ed ancora: “Alcuni anni fa il servizio veterinario di Forlì fu sottoposto a processo e i funzionari andarono in giudizio perché detenevano un capriolo affetto da listerieriosi. I veterinari in quel caso furono assolti perché l’animale selvatico era gravemente malato e la patologia riscontrata poteva propagarsi, oltre a uccidere l’esemplare e quindi era loro preciso dovere curarlo e per far ciò non potevano che tenerlo in custodia temporaneamente. Il fatto è che la legge ha previsto e tutti noi paghiamo i, Centri di Riabilitazione di Animali Selvatica, centri nei quali si recuperano e si adottano le metodiche necessarie per poter dopo un periodo di riadattamento, reintrodurre nell’ambiente naturale gli animali catturati, feriti ecc. Nel caso ciò non risulti possibile l’animale viene introdotto in un luogo protetto, adatto a consentirgli una vita il più possibile simile a quella che avrebbe avuto in natura. Perché ad esempio non metterlo in un’area faunistica di un Parco Nazionale o, ad esempio nella ex tenuta Presidenziale di San Rossore, piena di daini?".

Sulla vicenda, Gabriella Meo – gruppo Sel-Verdi – ha presentato un’interrogazione alla Giunta, rimarcando come la detenzione di tutta la fauna selvatica sia vietata per legge (157/92) e entro 24 ore l’animale selvatico, se ferito o in difficoltà, debba essere consegnato a un ente autorizzato e competente per il soccorso e la detenzione. Meo chiede pertanto alla Giunta se il vicesindaco di Santa Sofia sia autorizzato a detenere esemplari di fauna selvatica e ai sensi di quali norme; chiede, inoltre, in quali strutture sia autorizzato a detenerli, dove si trovino tali strutture e se soddisfino i requisiti di legge allo scopo di garantire il benessere animale.

In generale, la consigliera chiede di sapere quali altri soggetti privati (persone fisiche o giuridiche) siano autorizzati a detenere esemplari di fauna selvatica in Emilia-Romagna e in base a quali requisiti di legge; nel caso specifico, quali motivazioni abbiano indotto la Provincia di Forlì-Cesena ad affidare l’animale al vicesindaco di Santa Sofia piuttosto che rilasciarlo in ambiente naturale o affidarlo a uno dei centri di recupero della fauna selvatica regolarmente autorizzati. Infine, nell’interrogazione si chiede se l’esemplare di daino sia stato esaminato da un veterinario e quali siano le sue attuali condizioni di salute.

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