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Cronaca

Morti sulle strade in calo del 10%. Biserni (Asaps): "C'è ancora molto da fare"

Dati ancora positivi con un calo delle vittime che sfiora il 10% questa volta anche fra i ciclisti - 13% e i pedoni -4,7%. Ma non diminuisce la mortalità fra i bambini. L'Italia rimane il paese col maggior numero assoluto di vittime in Europa

Dati ancora positivi con un calo delle vittime che sfiora il 10% questa volta anche fra i ciclisti - 13% e i pedoni -4,7%. Ma non diminuisce la mortalità fra i bambini. L'Italia rimane il paese col maggior numero assoluto di vittime in Europa. Continua il mistero sugli incidenti degli ubriachi e drogati.

E’ confermata  la tendenza positiva che ha preso impulso ad inizio del secondo decennio degli anni duemila. In sintesi nel 2013 le statistiche ufficiali dell'Istat presentate oggi in casa Aci dicono che gli incidenti si sono fermati a quota 181.227 con un calo del 3,7%, mentre i feriti sono stati 257.421 in diminuzione del 3,5% rispetto al 2012. Dati però nettamente migliori nel conteggio delle vittime 3.385 in totale una diminuzione che sfiora la doppia cifra - 9,8%, se confrontato con le 3.753 vittime del 2012 (dato rettificato dall'Istat in aumento di 100 vittime rispetto al dato reso noto lo scorso anno), cioè 368 morti in meno.


Il maggior numero di incidenti ovviamente continua a verificarsi sulle strade urbane 75,3%, ma con il 71,7% dei feriti e il 42% dei morti, in tutto 1.421. Sulle strade extraurbane le tabelle dicono che i sinistri sono calati solo dell'1,8%, i feriti dell'1,6%, i decessi 1.643 scendono del 9,8% Sulle autostrade i dati Istat segnalano un calo degli incidenti dell'1,5%, dei feriti del 2,6%  e dei morti 321 complessivi in calo di un modesto -2,7%, ma si deve tenere conto del tragico incidente del 28 luglio 2013 con quel pullman che saltò nel vuoto sulla A16 ad Avellino e causò 40 morti.

Rileva il presidente dell'Asaps Giordano Biserni: “Ovviamente gli incidenti più gravi si verificano spesso sulle extraurbane e di notte specie nei fine settimana anche se la diminuzione e' netta in particolare per le stragi del sabato sera. Dati positivi e in diminuzione un po' per tutte le categorie di veicoli, comprese le moto , 724 morti, i ciclomotori con 125 decessi, i ciclisti con 251 morti e finalmente con un calo del 13% i pedoni con ancora 549 decessi -4,7%.  A questo punto il compito assegnato dall'UE di un ulteriore dimezzamento delle vittime entro il 2020 appare non facile, ma possibile. Insomma qualcosa di buono negli ultimi anni lo abbiamo veramente fatto”.

Tutto bene allora? Continua Biserni: “Non proprio. Infatti con 3.385 siamo ancora il paese con il maggior numero di vittime in tutta l'Europa dei 28!.  Se per esempio andiamo a vedere il tasso di mortalità per milione di abitanti, in Italia siamo ancora a quota 56,2, quando la media europea e già a 51,4. Ma il dato si fa imbarazzante se confrontiamo la nostra cifra a quella di paesi paragonabili al nostro. La Francia è già arrivata a 49,6 morti per milione di abitanti, la Germania a 41,5, la Spagna a 36, per non parlare del Regno Unito con 28 e della Svezia con 27,2 che contano esattamente la  metà del numero dei nostri morti. Infatti nel Regno Unito i decessi stradali sono stati 1.790”.

“Un altro aspetto che ci preoccupa ancora molto è quello della mortalità dei più giovani e dei bambini in particolare, che dimostra una ingiustificata resistenza alla diminuzione. Nel 2013 i bambini fino a 14 anni  che hanno perso la vita sulle strade sono stati 55, quando nel 2012 furono 51. Teniamo poi conto che nel 2014 secondo i dati dell'Osservatorio ASAPS i bambini (nel nostro caso fino a 13 anni) morti sulle strade sono già 55 solo nei primi 10 mesi. Cifre per noi inaccettabili, per questo serve un ulteriore presa di coscienza e una maggiore sensibilizzazione alla protezione dei nostri piccoli. Infine un aspetto che si trascina da 5 anni. Anche nelle tabelle Istat del 2013 sono mancanti i dati degli incidenti connessi con l'abuso di alcol o di sostanze stupefacenti. Dal 2009 il dato è stato accantonato perché, a dire dell'istituto di Statistica, il sistema da parte degli organi di rilevazione (quindi le forze di polizia)  "risulta di estrema difficoltà". Non ci è chiaro questo passaggio e non si capisce come mai serva tutto questo tempo per  attivare un metodo valido per raccogliere dati veritieri sugli incidenti alcol narco correlati”.


“Abbiamo evidenziato il nostro stupore e le nostre perplessità durante la conferenza di presentazione dei dati presso l'Aci a Roma e abbiamo approfittato  per fornirne alcuni dati del nostro Osservatorio sulla Pirateria stradale (che a differenza del dato generale non diminuisce affatto, anzi!) qui la percentuale degli ubriachi e i drogati che negli ultimi 5 anni  anni si è sempre collocata fra il 25 e 30% del totale delle omissioni di soccorso per le quali il pirata è stato individuato subito dopo l'incidente. Per noi, che con le associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni siamo i proponenti  dell'Omicidio stradale, quei dati  sono essenziali. Insomma le cifre dei dissesti psichici dei conducenti di veicoli che sono protagonisti poi sinistri devastanti sembrano misteriose, quasi fossero un segreto di Stato. Ma non vogliamo attendere la desecretazione  fra 30 anni. Non abbiamo tempo”.

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