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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Di Maio ricorda Zanniboni: "Mi ha detto di continuare a sognare"

"I ricordi dei momenti vissuti insieme a Giorgio Zanniboni, che conservo gelosamente come se fossero quelli di un terzo nonno, sono infiniti: per ciascuno di questi gli devo un grazie"

“I ricordi dei momenti vissuti insieme a Giorgio Zanniboni, che conservo gelosamente come se fossero quelli di un  terzo nonno, sono infiniti: per ciascuno di questi gli devo un grazie. Impossibile condensarli tutti in poche parole e davanti a così tanta commozione. Giorgio è stato un punto di riferimento per me come per tanti che oggi ricoprono ruoli di responsabilità o che li hanno ricoperti in passato. - ricorda Marco Di Maio, consigliere comunale Forlì e segretario Pd forlivese - Una bussola a cui fare riferimento nei momenti di sbandamento; un punto di forza, una certezza. Che oggi viene meno lasciandoci un senso di disorientamento”.

“Incontrai Giorgio per caso nel 2002 ad un appuntamento per un'attività lavorativa che aveva incrociato i nostri destini. Lì mi invitò ad una riunione dell'associazione Forlì-Romagna, che aveva fondato per mettere in circolo idee e opinioni anche tra persone lontane dalla politica, come ero io. Sin da subito il suo spirito libero e forte mi colpì. L'energia che sapeva sprigionare, la sua enorme determinazione, che a volte sfociava persino nella testardaggine, erano travolgenti. Era una forza della natura. - continua Di Maio - Quello di Giorgio è un impegno politico in cui la rettitudine morale, la trasparenza, il rapporto con il territorio, il rispetto delle istituzioni, erano cardini imprescindibili; assieme alla convinzione che allora (così come oggi) fosse più che mai urgente ampliare gli orizzonti, uscire dai campanili, mettere in campo un progetto che coinvolga l’intera Area metropolitana romagnola (questa è l’espressione che Giorgio usava più spesso parlando di Romagna)”.

“Ho vissuto la sua fase dell'impegno pubblico più dolorosa, quella in cui la nebbia della politica offuscò idee e progetti di cui c'era bisogno come l'aria da respirare. Aveva chiari in testa quali erano i traguardi da raggiungere (mai personali ma collettivi, questo è un merito innato di Giorgio). Con un obiettivo ben preciso: restituire alla politica, partendo dalla dimensione locale, quella dignità che era andata via via perdendo, lasciando il posto troppo spesso a discussioni chiuse in segrete stanze o alla costruzione di equilibri non politici ma di potere. Una battaglia politica in cui la rettitudine morale, la trasparenza, il rapporto con il territorio, il rispetto delle istituzioni, erano cardini imprescindibili. Assieme alla determinazione al temperamento di un uomo forgiato dalle esperienze pubbliche e dai dolori privati, che purtroppo lo hanno accompagnato fino alla fine ed è ciò che più mi addolora pensando a lui”.  

“A lui mi legava un rapporto speciale. - conclude Di Maio - Sulla base del suo esempio e della sua passione mi sono avvicinato alla politica e sulla base del suo esempio continuerò, finchè ne avrò  la forza, ad impegnarmi. Pochi giorni fa, quando lo andai a trovare all'hospice di Forlimpopoli, parlammo a lungo della prospettiva di Forlì e della Romagna e del suo futuro. Non ha mai abbandonato l'idea che la stella polare di tutto debbano essere il futuro e i giovani. Anche negli ultimi momenti della sua vita. Salutandolo per l'ultima volta, si è raccomandato di resistere, di non rassegnarsi alle difficoltà del presente, di continuare a sognare, a pensare in grande, a provare a costruire futuro”.

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