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Disabilità e interruzione della gravidanza nel nuovo incontro della Consulta delle Associazioni delle Famiglie

La coordinatrice Maria Cristina Terenzi ricorda che "al prossimo appuntamento del 2 febbraio parteciperanno i rappresentanti di Forza Italia e della Lega"

Si è svolto il terzo appuntamento della Consulta delle Associazioni delle Famiglie con le forze politiche presenti in Consiglio comunale. Hanno partecipato Federico Morgagni, capogruppo di Forlì & Co, e Valentina Ancarani, consigliere comunale e Vicepresidente della Provincia per il Partito Democratico. E' stata quindi illustrata ai due ospiti la mancata applicazione della legge 328/2000 che prevede un sistema integrato di interventi finalizzati a realizzare progetti di vita personalizzati per persone con disabilità; nonostante i successivi interventi normativi, come la Legge 18/2009 (che ratifica e dà esecuzione alla Convenzione
delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilita') e la legge delega 227/2021, ancor oggi i progetti vengono predisposti dagli “esperti”, pertanto i disabili e le famiglie non possono che accettare quanto già elaborato all'intero delle strutture. La normativa invece ribalta la procedura riconoscendo il ruolo prioritario e attivo della famiglia e del disabile nella fase formativa del progetto assegnando ai servizi il compito di sostenerlo e favorirlo.

Per Morgagni "c'è ancora molto da fare”, ponendo l'accento sul fatto che "per i disabili i problemi si acuiscono quando il percorso scolastico termina. Dopo i risultati positivi ottenuti nella scuola si potrebbe fare di più per quanto riguarda l'inserimento lavorativo, ma a livello nazionale assistiamo ad un mancato adeguamento delle risorse economiche”. Gli ambiti nei quali Morgagni vede maggiore necessità di intervento sono l'edilizia sociale per il raggiungimento di un'autonomia abitativa del disabile; l'inserimento lavorativo, e argomento che sta particolarmente a cuore è il "dopo di noi" per garantire che la persona con disabilità venga assistita per tutto il corso della vita, anche dopo la morte dei famigliari".

Ancarani ha sottolineato che "la paura del "dopo" da parte dei genitori è un ambito sul quale è necessario concentrare le politiche future che riguardano le persone disabili, oltre alla necessità di un maggiore sostegno alle tante realtà del terzo settore che rappresentano un pilastro fondamentale nel sistema integrato dell'assistenza sociale". Passando al secondo argomento che riguarda la mancata applicazione della prima parte della legge 194, è stato ricordato che il Protocollo sottoscritto nel 2007 dalla Consulta delle famiglie dal Comune e dall' Ausl di Forlì (acquisito come buona prassi da una delibera regionale del 2008) è caduto in disuso, ma fino a quando è stato rispettato ha permesso a 140 donne di portare avanti la gravidanza e sono venuti alla luce 140 bambini. Un'indagine territoriale aveva evidenziato cause sociali e non sanitarie per le richieste di interruzione di gravidanza, per cui il Protocollo offriva alla donna la possibilità di un effettivo ripensamento e di una vera libertà di scelta come prevede la legge.

Morgagni ha precisato che "per Forlì & Co è fondamentale l'applicazione della Legge 194 in tutte le sue parti e che in particolare va garantita l'autodeterminazione della donna; aggiunge poi che benchè attualmente nel nostro territorio non manchi la possibilità
di interruzione della gravidanza in sicurezza nelle strutture pubbliche, è importante vigilare affinché sia così anche in futuro. Se è valido il Protocollo, altrettanto valido è il bisogno per la donna di essere nella condizione di espletare la sua autodeterminazione".  Quanto al rapporto tra la disapplicazione del protocollo e la riduzione delle nascite di bambini che la Consulta ritiene legato da una rapporto causa-effetto, Ancarani si è dichiarata interessata ad approfondire coinvolgendo l'Ausl il cui personale partecipa ai colloqui con le donne che richiedono l'interruzione di gravidanza.

Il terzo tema del confronto ha riguardato l'adesione del Comune di Forlì al Network nazionale dei "Comuni amici della famiglia" e il conseguimento del marchio "Comune amico della Famiglia", proposto dalla Consulta in quanto segno distintivo di un impegno concreto a favore delle famiglie per consentire politiche familiari unitarie di sviluppo locale e di innovazione sociale in vari ambiti. A questa proposta sono strettamente legate la richiesta di un assessorato dedicato in via esclusiva alla famiglia e la necessità di una maggior informazione degli interventi a favore della famiglia. Morgagni ha sottolineato che" una visione unitaria sulle politiche familiari e la necessità di una maggiore informazione hanno bisogno di una cabina di regia adeguata. Le famiglie vivono problemi importanti, per cui lo strumento della certificazione per migliorare i servizi trova d'accordo Forlì & Co se si lavora su cose concrete".

Allo stesso modo anche il Network serve se è per la comunicazione dei servizi e uno scambio di esperienze virtuose. Forlì & Co preferisce parlare di "famiglie" riconoscendosi in una società plurale in cui c'è spazio per tutti. Conclude poi che le politiche per le famiglie vanno messe in campo a livello generale e devono garantire l'universalità dell'accesso alle scuole, le politiche abitative anche con soluzioni innovative come il social housing, l'assistenza domiciliare delle persone anziane attraverso figure di caregiver, per sollevare il lavoro di cura che grava soprattutto sulle donne, l'effettiva parità di genere". Ancarani ha affermato di "non essere contraria alla proposta del marchio "Comune amico della Famiglia" se questo porta a costruire percorsi politici condivisi a sostegno delle famiglie, nella accezione più larga del termine. Non avrebbe senso una certificazione "tanto per". Se l'idea è quella di mettere insieme un tavolo in cui tutti gli assessorati e i potenziali soggetti coinvolti sono impegnati in percorsi che hanno lo stesso obiettivo, può essere un ottimo strumento. In quest'ottica ci può stare anche l'iter di un assessorato specifico alla famiglia”.

La coordinatrice Maria Cristina Terenzi ricorda che "al prossimo appuntamento del 2 febbraio parteciperanno i rappresentanti di Forza Italia e della Lega; si concluderà così il ciclo di incontri promosso dalla Consulta delle Associazioni delle famiglie finalizzato ad un confronto su argomenti ritenuti prioritari e chiarificatori degli orientamenti dei partiti in ordine alle politiche famigliari sia attuali che quelle future che inseriranno nei loro programmi elettorali".

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