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Cronaca

Dometic, accordo all'ultimo giorno: meno esuberi e produzione di alta gamma

E' stato raggiunto oggi presso la sede del Ministero del Lavoro a Roma l'accordo per la gestione della crisi Dometic, determinatasi a seguito della decisione della multinazionale svedese di spostare in Cina le produzioni di Forlì

E' stato raggiunto oggi presso la sede del Ministero del Lavoro a Roma l'accordo per la gestione della crisi Dometic, determinatasi a seguito della decisione della multinazionale svedese di spostare in Cina le produzioni fino a giugno realizzate a Forlì, pur non essendo l'azienda in crisi. A partire dal mese di giugno i lavoratori della Dometic, insieme alle Organizzazioni Sindacali, hanno messo in atto tutte le iniziative di lotta possibili, dagli scioperi, alle manifestazioni pubbliche fino a forme di disobbedienza civile finalizzate ad evitare l'uscita dal sito di Forlì di pezzi e componenti fintantoché la vicenda non si fosse conclusa con un accordo.

L'ACCORDO. Grazie anche al ruolo attivo del Ministero è stato definito e concordato nella giornata di mercoledì (ultimo giorno utile nell'ambito della procedura di mobilità) il ricorso per 12 mesi alla Cassa Integrazione per crisi aziendale e un pacchetto di interventi (a partire dalla mobilità volontaria con incentivi all'esodo pari a 30,000 o 20,000 euro individuali a seconda del momento di uscita dall'azienda) che, insieme all'utilizzo con rotazione tra il personale della cassa integrazione, permettono di chiudere la procedura di mobilità senza situazioni drammatiche.

LA PRODUZIONE. Punto determinate dell'accordo è infine il mantenimento della vocazione produttiva del sito di Forlì, che mantiene la produzione dei condizionatori “freshlight” (alto di gamma) e dei generatori, riducendo di conseguenza il numero di esuberi inizialmente pari a 45 (di cui 40 a Forlì) a 26 (di cui 21 a Forlì). Dicono i sindacati: "Questo accordo lascia aperta la vertenza in materia di politica industriale e come Organizzazioni Sindacali chiediamo alle Istituzioni, a partire dal Presidente della Regione Emilia Romagna, di convocare in Italia l'amministratore delegato della Dometic Group Johansson, per vincolare la multinazionale al mantenimento degli impegni, degli investimenti e per una negoziazione complessiva sulle strategie industriali".

LA BATTAGLIA. Spiega una nota dei sindacati: “Sono stati mesi durissimi, che hanno visto l'apertura della procedura di mobilità da parte dell'azienda il 26 luglio annunciando 45 licenziamenti (su 75 dipendenti in totale) e operazioni da parte del management svedese con il tentativo di svuotare i magazzini di Forlì nella notte tra il 23 e il 24 agosto scorsi e con decine di incontri di trattativa dove faticosamente si è costruito uno schema di accordo sul quale i lavoratori interessati si sono espressi favorevolmente in data 11 novembre 2013. Altro elemento molto grave della vicenda è stata la decisione del management svedese di non partecipare ad alcun momento della trattativa, di fatto impedendo qualsiasi tipo di discussione sulle scelte strategiche, di politica industriale e di allocazione delle produzioni”.

Lo scorso 13 novembre si è svolta una giornata di confronto al Ministero in cui FIOM CGIL e UILM UIL, insieme alla RSU aziendale, hanno respinto il tentativo dell'impresa di far passare, come strumento per gestire la crisi, la Cassa Integrazione Straordinaria per cessazione di produzioni. “Questo avrebbe significato accettare le decisioni sbagliate della multinazionale, sbagliate anche perché le produzioni del sito di Forlì sono profittevoli e destinate al mercato dell'Europa occidentale”, spiegano i sindacati.

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