rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

L'Ebe resta a Forlì, niente Expo per l'opera di Canova: "A rischio l'integrità della scultura"

La motivazione del diniego del Comune è proprio questa: non sarebbe stata garantita la stessa cura che all'opera del Canova viene riservata ai Musei San Domenico, dove è stata trasferita nel 2011 da palazzo Merenda. Ora in ballo ci sono però le richieste avanzate da Vittorio Sgarbi

L'Ebe del Canova resta a Forlì e non si trasferisce a Milano per l'Expo, nel Padiglione che rappresenta l'Italia, ovvero 'Palazzo Italia'. La decisione è arrivata a quasi un anno dalla richiesta, dopo una serie di studi per capire se sarebbe stata preservata la conservazione della scultura. La motivazione del diniego del Comune è proprio questa: non sarebbe stata garantita la stessa cura che all'opera del Canova viene riservata ai Musei San Domenico, dove è stata trasferita nel 2011 da palazzo Merenda.

Ora in ballo ci sono però le richieste avanzate da Vittorio Sgarbi solo qualche settimana fa per il padiglione Eataly. Sgarbi ha chiesto espressamente al sindaco di valutare l'eventuale prestito della Fiasca Fiorita, della Madonna della Pace di Vitale da Bologna e del Trittico con storie della vergine e dei santi, del Maestro di Forlì. Il noto critico d'arte ha richiesto anche l'Ebe, ma su questa, dopo le verifiche fatte per il Padiglione Italia, è impossibile che si trovi un accordo.

L'iter che ha condotto alla decisione di non prestare l'Ebe, è stato illustrato dal sindaco di Forlì, Davide Drei, dalla dirigente del servizio Pinacoteca e musei del Comune, Cristina Ambrosini, e dall'assessore alla Cultura, Elisa Giovannetti. Tutto è partito dalla richiesta datata 26 marzo 2014. “Abbiamo subito preso in considerazione l'idea di valorizzare l'ingesso del padiglione con una 'forlivesità', che avrebbe dato grande visibilità alla nostra città – ha spiegato il sindaco - . Ma c'era una condizione tassativa: quella di preservare l'integrità e e la cura della scultura. Ci sono stati molti incontri e diversi sopralluoghi proprio al cantiere del padiglione Italia, e siamo arrivati ad una decisione negativa molto meditata, che abbiamo comunque preso con rammarico”. Il 'no' è stato formalizzato martedì.

LE RICHIESTE - Il percorso di approfondimento delle caratteristiche legate allo stato di conservazione della scultura è partito subito, racconta Ambrosini. “Il complesso museale del San Domenico garantisce per tutte le opere standard di livello eccellenti con un sistema di monitoraggio e controllo climatico costante. Ci sono 105 sensori che fanno rilevazioni ogni 10 minuti. Per questo durante le mostra abbiamo ottenuto prestiti di opere importanti alle quali possiamo offrire condizioni ottimali”. Questo sistema di monitoraggio costa al Comune 7mila euro ogni anno. Quello che è stato richiesto a Milano, in accordo con la Soprintendenza di Bologna, era di potere mantenere le condizioni ottimali per la conservazione della scultura, ovvero condizioni climatiche senza sbalzi di temperatura e con una bassa umidità. L'Ebe nella sua 'casa' forlivese è conservata ad una temperatura che va dai 18 ai 25 gradi, con un tasso di umidità che va dal 35 al 55%.  

LE CRITICITA' DI EBE – Per fissare la testa e il collo su resto del corpo è stato utilizzato originalmente un perno di ferro lungo 12 centimetri, che negli anni ha subito un processo di ossidazione. La ruggine ha fatto sì che si gonfiasse spingendo nell'incavo in cui è inserito: si è creata così una fessurazione nella schiena della statua della quale viene controllata l'apertura, costantemente, dal 2004. Il processo di ossidazione del perno, in condizioni climatiche controllate si è fermato. “Abbiamo chiesto un aggiornamento della diagnostica, effettuato a dicembre scorso con l'utilizzo di ultrasuoni, per l'evoluzione  della fessurazione e delle cavillature nel piede destro, che ha evidenziato come dal 2011, ovvero da quando la scultura non è più esposta ad una situazione climatica non controllata, non ci siano state variazioni significative”, ha spiegato la dirigente.

IL VIAGGIO - Per l'eventuale viaggio era stato fatto preparare un guscio protettivo di poliuretano espanso, che avrebbe protetto la scultura all'interno di due diverse casse. Inoltre era stata richiesta anche una scatola nera che avrebbe registrato le vibrazioni, la temperatura e l'umidità durante tutto il tragitto. La realizzazione dell'involucro e l'indagine diagnostica sono state finanziate dalla Fondazione Bracco. “Ora il guscio potrà essere utilizzato anche per spostamenti all'interno dei musei o per proteggere l'Ebe durante lavori di manutenzione”, ha chiarito Ambrosini.

DOVE SAREBBE STATA COLLOCATA - “Abbiamo chiesto ad ottobre di avere ilo progetto esecutivo di esposizione dell'opera – spiega–, ma entro Natale non è arrivato nulla. La scultura sarebbe stata collocata al piano terra del 'Palazzo Italia', in una sorta di piazza aperta, nell'atrio di ingresso. Per questo era necessaria una vetrina che la contenesse. Le condizioni, sulle quali abbiamo richiesto un ragguaglio per i mesi in cui la statua sarebbe dovuta restare a Milano, non erano le stesse che possiamo garantire qui”. La temperatura notturna può scendere anche sotto lo zero e, con un apparecchio di climatizzazione che doveva essere posizionati all'interno della vetrina, si sarebbe potuti scendere anche a 12 gradi, per evitare la formazione di condensa sul vetro”. Per questo è arrivato il no definitivo. Ora si attende di sapere se le opere richieste da Sgarbi saranno prestate.  

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'Ebe resta a Forlì, niente Expo per l'opera di Canova: "A rischio l'integrità della scultura"

ForlìToday è in caricamento