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Cronaca

Falsi dipendenti dell'energia e dell'acqua, uno "scortato" da un falso vigile: due truffe sventate in 24 ore

Il primo episodio risale mercoledì pomeriggio: nel mirino un'anziana di 73 anni. Il secondo all'Ospedaletto

La Polizia di Stato si è recentemente occupata di due casi di tentativo di truffa in danno di anziane concittadine, fortunatamente andati a vuoto. Il primo episodio risale mercoledì pomeriggio, quando la Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Forlì, diretto da Stefano Santandrea, è intervenuta a richiesta di una 73enne forlivese, residente nel quartiere Resistenza, che segnalava della presenza di un uomo che aveva preteso con insistenza di entrare in casa per la verifica del contatore, dichiarandosi incaricato dell’Enel.

L’uomo si era presentato a seguito di appuntamento telefonico, per cui la donna aveva avuto il tempo per fare una verifica con la società di energia elettrica, risultata all’oscuro di tutto. Forte di questa risposta, al sopraggiungere del soggetto la donna ha rifiutato l’appuntamento, evitando di farlo entrare. Poi, una volta che si era allontanato, ha chiamato la Polizia, che non ha potuto fare altro che documentare l’accaduto e acquisire elementi utili per la prosecuzione delle indagini, che sembrano coinvolgere un procacciatore dipendente di qualche società privata che, probabilmente con pochi scrupoli e modalità non del tutto ortodosse, stava cercando di ottenere la sottoscrizione di un contratto sperando di trovare una ingenua interlocutrice.

Il secondo caso

Il secondo caso è invece avvenuto nel quartiere Ospedaletto. Nel mirino è finita una signora di 81 anni, che giovedì, verso l’ora di pranzo, trovandosi al terrazzo, ha sentito un uomo dalla strada che richiamava la sua attenzione. L’individuo ha riferito di essere un dipendente Hera alla ricerca della fonte di una perdita che aveva causato una contaminazione di mercurio nelle acque, e in tal senso la invitava a farlo entrare per fare una verifica. Pur essendo molto sospettosa, la donna si è lasciata convincere e dapprima lo ha fatto entrare nel giardino. Qui, il personaggio ha fatto scorrere dell’acqua da un rubinetto esterno ed ha simulato una situazione di pericolo facendo comparire una luce rossa in uno strumento palmare di cui disponeva e che usava come fosse un rilevatore elettronico.

A ruota, dietro di lui, è sopraggiunto un secondo individuo che indossava un’uniforme, dichiaratosi vigile urbano. A questo punto la donna è stata invitata a farli accedere all’interno, e la sua titubanza è stata superata per la “garanzia” fornita dall’uniforme; sennonché, una volta dentro casa, questi personaggi hanno richiesto che gli venissero mostrati denaro e oggetti preziosi adducendo come motivazione il pericolo di un irrimediabile danno a causa della contaminazione da mercurio appena accertata. A questa richiesta la signora ha intuito che si trattava di un tentativo di furto ed ha iniziato a inveire nei loro confronti, riuscendo a farli allontanare senza che potessero sottrarle nulla. Successivamente la signora si è presentata in Questura per sporgere denuncia.
 

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