Farmacie, è di nuovo polemica. "Fermare la distribuzione diretta"
Federfarma Forlì-Cesena scrive ai sindaci di Forlì e dei Comuni del comprensorio. "Chiediamo di fermare la distribuzione diretta dei farmaci da parte dell'Ausl"
Federfarma Forlì-Cesena scrive ai sindaci di Forlì e dei Comuni del comprensorio. “Chiediamo di fermare la distribuzione diretta dei farmaci da parte dell'Ausl perchè riduce l'operatività e la capacità di servizio delle farmacie territoriali. Chiediamo cioè di intervenire a salvaguardia delle farmacie presenti nei Comuni. La dirigenza Ausl continua ad aumentare il numero di farmaci che distribuisce ed i punti di distribuzione”. Si riapre la polemica, che pare non avere più fine.
“E' noto che la farmacia, pubblica o privata che sia, grazie alla sua capillare distribuzione sul territorio, rappresenta il presidio sanitario a quotidiano contatto con la popolazione: nella nostra provincia entrano infatti nelle farmacie decine di migliaia di persone al giorno. Questo anche e soprattutto perché il cittadino trova nella farmacia un professionista disponibile in grado di offrire risposte adeguate, senza appuntamento e senza tempi di attesa. Ed è anche per tale motivo che i Suoi cittadini dimostrano di tenere in grande considerazione sia la farmacia che il farmacista”, si legge nella lettera.
“La dirigenza Ausl – sostiene Federfarma - continua ad aumentare il numero di farmaci che distribuisce ed i punti di distribuzione; in questo modo trasferisce risorse dalle farmacie territoriali, che offrono una occupazione stabile ed a tempo indeterminato al proprio personale, per accentrarle nelle strutture di distribuzione Ausl che utilizza invece personale precario. E poi diminuisce la spesa farmaceutica territoriale, sempre sotto controllo, al di sotto del 13,30%, come da legge; mentre si dilata a dismisura la spesa farmaceutica ospedaliera che non è sottoposta agli stessi strumenti di controllo. In definitiva è stato creato un sistema parallelo e poco efficiente”.
“Le piccole farmacie urbane o le rurali, dove lavorano o il solo titolare o al massimo un collaboratore, sono già al limite della chiusura. Siamo convinti che un buon amministratore non possa disinteressarsi di realtà che garantiscono sul proprio territorio un servizio assolutamente unico e insostituibile. Anche per questo Le chiediamo – rivolgendosi ai sindaci - di difendere la qualità dei servizi che le farmacie garantiscono ai Suoi concittadini. Si pensi solo alla guardia farmaceutica che, a differenza della guardia medica, non ha alcun costo aggiuntivo. Siamo professionalmente contrari a quelle forme di distribuzione che non consentono la possibilità di un consiglio qualificato e di un ultimo controllo, che non prevedono cioè la responsabilità personale e diretta del farmacista che consegna un farmaco”.
“Siamo assolutamente contrari anche all’ipotesi che, dopo infermieri e centralinisti, ora anche le segretarie dei medici possano fare la distribuzione dei farmaci. – si legge nella lettera di Federfarma - In questo modo, i Suoi concittadini non possono avere un consiglio, un ultimo controllo o eventuali indicazioni sul loro utilizzo. Andando incontro, a tutti i disagi del caso. Noi farmacisti siamo molto preoccupati da scelte che tendono ad emarginarci dal Sistema Sanitario. Non intendiamo arrivare ad un punto di rottura, ma ci appelliamo a Lei per la tutela effettiva di questo indispensabile presidio sanitario e della salute dei Suoi concittadini”.