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Cronaca

Due incontri sulle icone in preparazione alla festa parrocchiale di Schiavonia

Il ciclo dal titolo “Le icone d’Oriente: un tesoro di spiritualità e di arte”, si terrà a Forlì in sala Melozzo (piazza Melozzo 7/a, di fronte alla SS. Trinità) nelle serate di mercoledì 13 e 20 settembre, alle 20.45

Due incontri sulle icone in preparazione alla festa parrocchiale di Schiavonia. Il ciclo dal titolo “Le icone d’Oriente: un tesoro di spiritualità e di arte”, si terrà a Forlì in sala Melozzo (piazza Melozzo 7/a, di fronte alla SS. Trinità) nelle serate di mercoledì 13 e 20 settembre, alle 20.45. Relatrice è la forlivese Paola Donati Cortesi, iconografa di esperienza pluridecennale e autrice di pubblicazioni sull’argomento. Il primo incontro, in programma mercoledì 13 settembre, ha per titolo “Il mondo delle icone: storia e significato delle immagini nella religiosità orientale” e verterà sulle origini dell’icona, sulla sua storia e sulla sua valenza dogmatica e liturgica per la Chiesa d’Oriente e d’Occidente.

Verranno esaminati i fondamenti teologici che sottendono all’icona fin dal suo nascere e verrà illustrata la figura dell’iconografo, diversa rispetto alla figura del pittore o scultore occidentale. Oltre alla relatrice, prenderà la parola anche padre Florin Hanis, parroco della parrocchia Ortodossa Romena di San Gregorio il Teologo in Forlì. Il secondo, previsto per mercoledì 20 settembre, si focalizzerà invece su due icone in particolare: l’immagine di Cristo e della Madre di Dio, illustrandone i canoni, i simboli e i significati ricorrenti. Si tornerà sulla figura dell’iconografo, non più sul piano teorico, ma su quello testimoniale: sarà, infatti, presentata anche l’esperienza personale di un iconografo. “La proposta – dichiara il parroco dell’unità pastorale Trinità-Schiavonia, don Enrico Casadei Garofani - nasce come momento culturale in preparazione alla festa parrocchiale della Beata Vergine Addolorata di Schiavonia del 24 settembre prossimo, ma vorrebbe anche coinvolgere un cerchio più ampio di persone, della città e del territorio, interessate a questo tema”. L’invito a partecipare del giovane sacerdote forlimpopolese, è sia per coloro che hanno già qualche conoscenza del mondo delle icone e della spiritualità d’Oriente, che per quanti che vi si accostano per la prima volta. L’icona – conclude don Enrico - non è solo arte, ma frutto di preghiera, contemplazione, contatto personale e prolungato con Dio”.

Realizzata fra il 1651 e il 1652, la tela “San Francesco che riceve le stimmate” è uno dei tesori cointenuti nella chiesa di Schiavonia, posta nell’omonimo borgo forlivese. L’opera fu realizzata da Giovanni Francesco Barbieri, soprannominato il Guercino, pittore bolognese vissuto fra il 1591 e il 1666. L’artista ha lasciato altri lavori a Forlì, fra cui l’Annunciazione e il San Giovanni Battista, entrambi conservati in Pinacoteca. Il “San Francesco” custodito nella prima cappella di sinistra, di cui esistono innumerevoli versioni dello stesso artista, è l’opera di punta della chiesa di Santa Maria in Schiavonia. Realizzato nell’800, il tempio contiene altre opere di pregio, come l'Addolorata, statua policroma realizzata da Giovanni Battista Graziani, autore anche del San Giuseppe inserito in una nicchia a destra dell'altare nella terza cappella. Denominato anche Santa Maria Assunta in Laterano, Schiavonia è stata completamente ricostruita in stile neoclassico negli anni 1837-44. Il progettista, l'ingegnere forlivese Giuseppe Cantoni, per ordine del parroco del tempo don Francesco Liverani agì su una chiesa antichissima antecedente al Mille, forse fondata dallo stesso San Mercuriale. L’edificio, rimaneggiato più volte, risultava irrimediabilmente malandato in tutte le strutture portanti. Dietro l'altare maggiore si può ammirare anche l’Assunzione della Vergine del forlivese Giovanni Giulianini. 

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