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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ritorna la festa di San Mercuriale, compatrono della città: la storia

La festa di San Mercuriale si celebrava inizialmente il 30 aprile, giorno in cui si organizzava persino un palio di cavalli dal Ronco fino alla Piazza Grande (l'attuale Piazza Saffi)

Come da consuetudine ormai millenaria, il 26 ottobre a Forlì si celebra la festa di San Mercuriale, compatrono della città. Iniziata già domenica con momenti di animazione per bambini e ragazzi del centro storico e delle comunità rumena, greco cattolica e ortodossa residenti in Diocesi, la solennità vivrà uno dei momenti più suggestivi martedì, alle 18.45, con l’accoglienza della reliquia del capo del compatrono, custodita nella chiesa della Santissima Trinità. Mercoledì, giorno effettivo della festa liturgica del protovescovo, la prima messa del mattino sarà celebrata alle 8.30 dal parroco di Schiavonia – Trinità don Enrico Casadei Garofani. Ai vespri solenni delle 18.15 seguirà, alle 18.45, l’accoglienza del vescovo, monsignor Lino Pizzi, successore dello stesso San Mercuriale al soglio episcopale cittadino: il pastore d’anime alle 19 presiederà la concelebrazione eucaristica, con la partecipazione del parroco-abate di San Mercuriale – Santa Lucia don Enrico Casadio.

Nel corso della messa rivolgerà il tradizionale discorso all’urbe, alla presenza delle autorità cittadine. Giovedì, nel 30° anniversario del primo incontro interreligioso di Assisi, sul sagrato della basilica alle 18.30 si terrà la preghiera intereligiosa, seguita alle 19, nella sala del chiostro, dalla presentazione del report “Le seconde generazioni a Forlì”, con la partecipazione di giovani cattolici, greco-cattolici, ortodossi e musulmani. Sabato, sempre all’interno dell’abbazia, monsignor Erio Castellucci, arcivescovo forlivese di Modena-Nonantola, terrà una conferenza sul tema “Misericordia”, nell’ambito del ciclo “I nomi dell’amore”. La centralissima basilica di piazza Saffi, fino al 1827 officiata dai monaci benedettini vallombrosiani, è sempre più avviata a recuperare il ruolo di fulcro della cristianità forlivese, tipica dei tempi in cui il cuore pulsante dell’urbe era più propriamente chiamato il “Campo dell’abbate”.

LA STORIA - La festa di San Mercuriale si celebrava inizialmente il 30 aprile, giorno in cui si organizzava persino un palio di cavalli dal Ronco fino alla Piazza Grande (l’attuale Piazza Saffi). Per non sovrapporla a quella di San Pellegrino, che ricorre il primo maggio, la ricorrenza fu spostata al 26 ottobre, giorno in cui, nel 1601, le reliquie del protovescovo furono traslate nella cappella Mercuriali, in fondo alla navata destra della basilica. Da ormai nove secoli, la splendida chiesa romanica è, infatti, legata a doppio filo al vescovo che guidò la prima comunità cristiana. “San Mercuriale – si legge su ‘La Civiltà Cattolica’, digitalizzata su google – era uno straniero proveniente dall’Albania, il quale peregrinò a Gerusalemme, donde ritornando portò seco delle reliquie; poscia andò in Spagna da Alarico, re dei Goti ed avendolo guiarito da una grave malattia, ottenne da lui la liberazione di 2.000 e più forlivesi, che erano tenuti prigionieri dal re. Morto nel 449, fu sepolto nella chiesa della Trinità”. Da qui l’origine del toponimo del quartiere Schiavonia.

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