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Cronaca

Si festeggia San Pellegrino: al via le celebrazioni per il 750esimo dalla nascita

La fama di Pellegrino Laziosi santo taumaturgo (i primi 3 miracoli conclamati risalgono proprio al giorno del suo funerale) ha superato da tempo i confini locali

E’ in prossimità delle porte cittadine il primo di maggio, la festa dei lavoratori, che a Forlì, da tempo immemorabile va a braccetto con la solennità religiosa di San Pellegrino, compatrono assieme alla Madonna del Fuoco. Quest’anno, la ricorrenza del grande taumaturgo, protettore e consolatore dei malati di tumore, porta con sé anche l’avvio delle celebrazioni per il 750° anniversario della nascita dell’unico santo forlivese. Primo atto degli eventi religiosi sarà il settenario di preparazione alla solennità, che esordirà venerdì, alle 16, con la Giornata degli ordini secolari presenti in città.

Il programma dell’intensa festa patronale del primo di maggio prevede celebrazioni eucaristiche a tutte le ore, dalle 6.30 alle 12 e dalle 16 alle 19. Spicca la messa pontificale delle 10.30 presieduta dal vescovo monsignor Lino Pizzi e animata dal Coro di San Filippo Neri, con la partecipazione delle autorità cittadine, sindaco Davide Drei in testa. L’ultima liturgia, alle 19, sarà celebrata dal Vicario generale diocesano don Gian Pietro Fabbri.

Festa di San Pellegrino, la presentazione (foto di Alessandra Salieri)

Il presidio attuale dell’Ordine dei Servi di Maria, uno dei più antichi della chiesa, si presenta con il volto giovane di padre Johnas Murallon, priore della basilica forlivese di piazza Morgagni dedicata a Pellegrino Laziosi. Classe 1974, il religioso è originario delle Filippine al pari degli altri due Servi di Maria presenti a Forlì. Nel grande arcipelago asiatico, il culto di san Pellegrino, nato a Forlì nel 1265 e canonizzato nel 1726 da papa Benedetto XIII, è arrivato solo nel 1985 per merito di un missionario italiano, ma la devozione è subito esplosa. La chiesa di Manila a lui dedicata è frequentata a tutte le ore del giorno.

“Si tratta di ammalati di cancro e di loro familiari - dichiara padre Johnas – che hanno compreso appieno la forza di questo vostro santo”. Tradizione vuole che lo stesso frate guaritore, nato nel quartiere Campostrino, all’epoca fuori dalle mura cittadine, sia guarito miracolosamente da una cancrena al ginocchio. Era stato colpito dalla malattia per l’incredibile dedizione alla penitenza: pare, infatti, che non si sia seduto per trent’anni di fila. Il cerusico gli aveva prescritto l’amputazione. La notte antecedente l’intervento, all’ex ghibellino impenitente si manifestò il Cristo crocifisso. Sogno o realtà non si sa: è certo che l’indomani era sparito tutto. I due miracoli che gli fruttarono l’altare occorsero a Città di Castello.

Ma gli annali ricordano anche i due casi forlivesi del cieco che torna a vedere, e della donna posseduta liberata dal demonio. Grazie all’impegno dei tre frati originari delle Filippine giunti a Forlì nel 2009, la basilica sta rivivendo una seconda giovinezza. Basta affacciarsi in chiesa tutti i mercoledì dell’anno, alle 17, per assistere a liturgie di guarigione partecipatissime che coinvolgono gli infermi e i rispettivi familiari. Don Franco Appi, referente della diocesi di Forlì-Bertinoro per le celebrazioni del 750° anniversario della nascita di San Pellegrino, ha anticipato che, nel prosieguo dell’anno, la grande basilica di piazza Morgagni, oltre che luogo di fede, sarà teatro di eventi artistico-culturali di rilievo nazionale.

“Partendo dal dato storicizzato di Pellegrino Laziosi uomo ghibellino che divenne santo – dichiara don Appi – in accordo col responsabile delle comunicazioni sociali diocesane don Giovanni Amati e con lo stesso padre Jhonas, organizzeremo una serie di eventi e confronti culturali improntati sul concetto di laicità”. A partire da maggio saranno chiamati uno o più relatori in grado di approfondire quello che papa Giovanni Paolo II chiamò la “sana laicità della politica”.

La fama di Pellegrino Laziosi santo taumaturgo (i primi 3 miracoli conclamati risalgono proprio al giorno del suo funerale) ha superato da tempo i confini locali. Oltre che nell’arcipelago asiatico delle Filippine, il culto è molto sentito anche in Polonia e nella vicina Austria. Rimanendo in Italia, l’immagine del santo forlivese è molto venerata a Pietralba, nella grande chiesa di Weissenstein. I Servi di Maria, presenti in Alto Adige sin dal 1728, hanno dedicato al ghibellino convertito una cappella posta sul fianco destro del santuario. All’interno di Pietralba è custodita la statua della Madonna Addolorata, che tiene sulle ginocchia il figlio deposto dalla croce. Sul lato opposto c’è la cappella di Pellegrino Laziosi, invocatissimo anche in Sud Tirolo.

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