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Cronaca

Figlio violento picchia i genitori e sale sul tetto: arrestato dopo ore e ore di assedio dei carabinieri

Alla fine, al termine del suo delirio, ha chiesto - come nei più classici dei film d'azione - una vettura pronta col motore acceso. Inutile dire che è stato agguantato un istante prima di salire sulla macchina per la sua improbabilissima fuga

Si è arrampicato sul tetto e per ore ha tenuto sotto scacco i carabinieri, i vigili del fuoco e due magistrati, sia con la minaccia di buttarsi giù, sia con un lancio di tegole che ha provocato danni materiali ma per fortuna nessun ferito. Alla fine, al termine del suo delirio, ha chiesto – come nei più classici dei film d’azione – una vettura pronta col motore acceso. Inutile dire che è stato agguantato un istante prima di salire sulla macchina per la sua improbabilissima fuga.

E’ il caos che ha causato un uomo di 48 anni, già noto alle forze dell’ordine per le violenze che usava contro gli anziani genitori. Proprio qui nella giornata di sabato è avvenuto il fattaccio, in via Donnasanta a Pievequinta. Tutto è cominciato nella tarda mattinata quando il 48enne, per futili motivi,  ha preso a litigare con gli anziani genitori dai quali pretendeva dei soldi. Dalle parole, alle minacce alle vie di fatto il passaggio è stato breve e l’anziana madre è finita in ospedale per una serie di colpi subiti. Le sono stati diagnosticati una contusione alla spalla, un trauma cranico e soprattutto una reazione emotiva con ansia e paura.

Gli stessi familiari hanno avvertito i Carabinieri della Stazione del Ronco che già avevano indagato e denunciato l’uomo per precedenti episodi di maltrattamento nei confronti dei genitori e che, nonostante risiedesse a Cervia, molto spesso trascorreva intere giornate a casa dei parenti, dove collaborava in piccoli lavori di manutenzione, ma  incutendo spesso, secondo le accuse,  un clima di timore e sottomissione. Quando i militari si sono presentati nell’abitazione per interrogarlo, il 48enne si è rifugiato sul tetto. Ne è nato un lungo “assedio” con i carabinieri giunti in forza a Pievequinta, con l’arrivo di altre pattuglie del Nucleo Operativo e della Radiomobile della Compagnia.

L’uomo a quel punto, non trovando scampo ha minacciato di buttarsi di sotto. Sul posto sono stati fatti convogliare un’ambulanza del 118 ed una squadra dei Vigili del fuoco. La situazione si fa tesa: l’uomo si chiude nel più completo silenzio e  rifiuta ogni dialogo anche con parenti o conoscenti e guardingo, scatta ad ogni minimo movimento armandosi di cocci e tegole. Sul posto comincia una lunga trattativa tra il Comandante della Compagnia di Forlì, Gianluigi Di Pilato, supportato dal luogotenente Gino Lifrieri che al fine di preservare l’incolumità dell’uomo e decidono di alleggerire il dispositivo, allontanando tutto il personale accorso.

Si giunge fino al tramonto, i genitori tornano a casa e nell’uomo riscatta l’ira e comincia a lanciare tegole dal tetto oltre a minacce ed epiteti nei confronti degli stessi e dei soli due suddetti militari rimasti davanti casa. Sfonda il tettuccio ed il parabrezza dell’utilitaria di famiglia ma nessuno si fa male. Ci vuole ancora tempo e finalmente i due Carabinieri riescono a tranquillizzarlo stabilendo un dialogo. L’uomo ha raccontato dei suoi problemi con la giustizia, con un giudice del lavoro che accusa quale responsabile del suo licenziamento da un’azienda municipalizzata cinque anni addietro per fatti mai commessi.

Ottiene di poter colloquiare con il magistrato di turno e sul posto giungono il Dr. Antonio Bartolozzi e Lucia Spirito della Procura della Repubblica di Forlì. Anche a loro racconta la sua storia, delle difficoltà economiche ma non scende e temporeggia. Alla fine detta le sue condizioni: vuole un’autovettura davanti casa già accesa con cui allontanarsi dopo che tutti fossero andati via. I carabinieri fingono di accettare la richiesta. I carabinieri e i magistrati si allontanano e finalmente l’uomo scende, senza però riuscire a raggiungere l’auto: è stato bloccato da due carabinieri del Nucleo Radiomobile che per tutto il tempo si erano nascosti ed avevano atteso dentro casa.

Il 48enne è stato arrestato con le accuse di maltrattamenti in famiglia continuati, lesioni personali, danneggiamento aggravato, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, calunnia (avendo riferito davanti i due Pubblici Ministeri di essere stato gratuitamente picchiato dai Carabinieri), ed è stato portato in carcere.

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