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Cronaca Centro Storico / Piazza Aurelio Saffi

Immigrazione e guerre: a Forlì la "Marcia delle donne e degli uomini scalzi"

Si camminerà scalzi, viene spiegato, "per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali"

Raccogliendo l'appello lanciato dai tanti protagonisti del mondo della cultura e dello spettacolo, venerdì prossimo anche a Forlì, come a Venezia, in concomitanza con la Mostra Internazionale del Cinema, si svolgerà la "Marcia delle donne e degli uomini scalzi". L'appuntamento è alle 18 in Piazza Saffi. All'evento aderisce anche la Cgil. Si camminerà scalzi, viene spiegato, "per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali: certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; e creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino".

"E' vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa - viene riferito nel documento di presentazione -, ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte. Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E' difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno. Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle".

"La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà. E' l'inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano - viene aggiunto -. Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti. Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze".

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