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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Nei luoghi del terremoto: il dramma con gli occhi dei volontari

Turni da venti ore e reperibilità h24, allestito duecento posti letto in poche ore, sporzionato 500 pasti al giorno per tre giorni. L'impegno dei sedici volontari della Croce Rossa di Forlì-Cesena

Turni da venti ore e reperibilità h24, hanno allestito duecento posti letto in poche ore, sporzionato 500 pasti al giorno per tre giorni. Questi sono i primi numeri che testimoniano l'impegno dei sedici volontari della Croce Rossa di Forlì-Cesena al centro di Sant'Agostino, una delle città più colpite dal sisma di domenica. Quando sono arrivati al centro di accoglienza nella scuola Dante Alighieri c'era una palestra con gli spalti. Dopo qualche ora di lavoro ha preso forma una piccola città parallela pronta per ospitare chi non ha più casa.

A coordinare la missione dei sedici volontari c'è Anita Biguzzi di Forlì. Ha soli ventiquattro anni, ma determinazione, preparazione e capacità organizzativa da vendere. E' stata tra le prime a rispondere alla chiamata di domenica e a raggiungere il campo di Sant'Agostino dopo la partenza alle otto di lunedì mattina. Mentre i primi volontari sono partiti per il rientro ieri sera, lei tornerà sabato.

Reportage dal campo di Sant'Agostino (FE) - Foto Mazza



Le operazioni di gestione e di assistenza hanno impegnato per ore i volontari. Hanno allestito un punto per il censimento così hanno capito quanti pasti sporzionare e quanti brandine preparare. Contemporaneamente hanno allestito un punto di primo intervento e possono contare su Maria Mastrandrea il medico che, fin dalle prime ore del sisma, ha dato la sua disponibilità e non si è mossa dall'infermeria da campo.

Com'è la situazione ora? La stiamo gestendo – risponde Anita -. Dobbiamo far capire alle persone spaventate che non sono sole, che non sono abbandonate”. Alle sue spalle ha un doppio turno nei campi dell'Aquila proprio come gran parte dei ragazzi che sono al suo fianco con il simbolo della croce rossa ben in vista nelle tute arancioni o blu.

Sono Davide, Gian Maria, Cinzia, Simone e insieme a loro c'è anche Marco, ha diciotto anni, è di Meldola ed è alla prima esperienza in un campo d'emergenza. “A casa porterò l'emozione che ho vissuto lunedì notte – ha detto – ho visto 200 persone dormire nei letti e vedere che se stava male uno tutti si alzavano per capire cosa fosse successo”.
 

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