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Cronaca

Forlì nel 2018 punta sul Cinquecento: e la grande mostra del San Domenico "arruola" anche il San Giacomo

A Milano Marittima la tradizionale anteprima estiva dell'evento espositivo del prossimo anno. Periodo storico in esame che va dal 1527 (il sacco di Roma) al 1610 (la morte di Caravaggio)

Sarà il Cinquecento il grande tema della mostra del San Domenico in programma nel 2018. A svelare tema e tracciare le prime direttrici di lavoro è stato il curatore Gianfranco Brunelli, che venerdì sera all'hotel Gallia di Milano Marittima ha tenuto la consueta relazione estiva nell'ambito dell'evento organizzato da Ascom Cervia. A precederlo, sul palco, il presidente dell'associazione dei commercianti, Paolo Boni, il presidente della Fondazione CariFO, Roberto Pinza, il sindaco di Forlì, Davide Drei, e il vice sindaco di Cervia, Gabriele Armuzzi. 

"E' una scelta non facile - ha detto Brunelli -, ma estremamente stimolante, che ci consente di indagare su un secolo denso di fatti che hanno profondamente segnato e ridisegnato l'Europa e la sua storia. Dalle vicende religiose della riforma protestante alle guerre, dalla contro-riforma ai grandi avvenimenti politici dell'epoca, dal pensiero filosofico e umanistico alle grandi idee e ideologie, è un periodo pieno di spunti di interesse".  Brunelli non ha anticipato il titolo vero e proprio dell'esposizione (sarà svelato in coincidenza con l'avvio della campagna pubblicitaria, in settembre) nè i dettagli sulle opere che saranno esposte; ha però tracciato un periodo ben definito ("dal sacco di Roma alla morte di Caravaggio", cioè dal 1527 al 1610) entro il quale si concentrerà la mostra. 

Nel 2018 si verificherà anche il debutto della chiesa di San Giacomo come sede espositiva; fino ad oggi l'edificio adiacente al San Domenico non era mai stato utilizzato allo scopo di ospitare opere, ma questa volta sarà diverso. Anche perchè pare saranno portate in città pezzi di grandi dimensioni che ben si prestano agli ampi spazi della suggestiva chiesa magistralmente ristrutturata.  Con quella del 2018 saranno 13 le mostre organizzate, con il coinvolgimento di una novantina di studiosi di cui il più celebre è il prof. Antonio Paolucci che è presidente del Comitato scientifico. 

presentazione-mostra-500-2All'evento di Cervia ha partecipato anche il deputato Marco Di Maio, che ha definito questa mostra come "l'occasione per riaffermare il ruolo centrale che Forlì in questi anni ha saputo conquistarsi nel panorama delle città d'arte, ma anche per attrarre persone da molte parti d'Italia e non solo. Per questo serve lavorare ad un ulteriore salto di qualità, che amplifichi ulteriormente l'impatto che questi eventi organizzati da Fondazione Cassa dei Risparmi e Comune di Forlì sono in grado di produrre non solo sotto il profilo culturale, ma anche dal punto di vista turistico-economico". 

"La collaborazione con Cervia, che dura fin dalla prima mostra dedicata al Palmezzano - aggiunge Marco Di Maio -, è l'esempio che il binomio arte-cultura-turismo può funzionare: lavoriamo per renderlo ancor più efficace e produttivo, coinvolgendo i nostri operatori economici, stimolandoli a sfruttare questo volano di visibilità non solo su Forlì, ma anche per scoprire il territorio circostante. Certo, grandi mostre come queste non si fanno con lo scopo principale di produrre indotto economico e turismo, ma per produrre cultura: tuttavia è ormai acclarato che c'è un potenziale in gran parte inespresso e che invece va sfruttato con il pieno coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e privati".

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