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Cronaca

Accusato di aver simulato un maxi-furto per frodare l'assicurazione: nei guai ristoratore del centro

All'iniziò dell'estate denunciò di aver subito un maxi-furto per un valore di refurtiva di 60mila euro circa e in un'intervista su un giornale denunciò furioso: "Dove sono le istituzioni?". A distanza di cinque mesi da quell'evento le "istituzioni" si sono fatte vive, denunciandolo per simulazione di reato

All’iniziò dell’estate denunciò di aver subito un maxi-furto per un valore di refurtiva di 60mila euro circa e in un’intervista su un giornale, subito dopo il colpo, denunciò furioso: “Dove sono le istituzioni?”. A distanza di cinque mesi da quell’evento le “istituzioni”, dopo una certosina indagine, si sono fatte vive, denunciandolo per simulazione di reato e tentata truffa all’assicurazione. In sostanza, a detta degli inquirenti, quel furto in verità era tutto un’invenzione.

A finire nei guai è un ristoratore del centro storico di Forlì. L’uomo aveva denunciato prima un modesto furto di alcune bottiglie di vino e di circa 800 euro di fondo cassa. Poi, qualche tempo dopo, arrivò il secondo e più consistente furto. Nel frattempo aveva stipulato una polizza assicurativa. Ed è così che il ristoratore denunciò di essere stato derubato non solo di un maxi-fondo cassa da circa 6.000 euro, ma anche di un quadro d’autore e di gran parte delle apparecchiature della cucina e della sala ristorante, dai frigoriferi all’affettatrice, dalla casse audio al videoproiettore, oltre che consistenti quantitativi di preziose bottiglie di vino d’annata. Un vero salasso, calcolato in 60.000 euro dall'inventario del derubato.

La polizia inizia a lavorare sui pochi indizi a disposizione, e subito di accorge che qualcosa non quadra: per rubare tutto quel materiale sarebbe stato necessario un furgone, senza che le immagini delle telecamere per strada abbiano registrato però un passaggio di un automezzo per trasporto merci per tutta la notte in cui sarebbe dovuto accadere il furto. Difficile, inoltre, per la localizzazione del ristorante, portare via tutte quelle attrezzature senza che qualcuno notasse qualcosa. Infine,  gli elettrodomestici più pesanti e ingombranti si trovavano al loro posto anche durante il sopralluogo della polizia (il ristoratore, da parte sua, si era giustificato spiegando che le aveva tempestivamente noleggiati per non interrompere l’attività).

Ed è così che le indagini della Squadra Mobile della Questura di Forlì, coadiuvate dalla Guardia di Finanza, e sotto il coordinamento del pm Marilù Gattelli, hanno preso una piega diversa: sono partiti i riscontri sulle fatture che hanno sostanziato la richiesta di risarcimento all’assicurazione e sarebbero emersi falsi contratti di noleggio di attrezzature, false fatture di acquisto di beni, come i vini (i fornitori non avevano alcuna traccia di quelle vendite), una scrittura privata con firma falsificata dell’autore del quadro denunciato come rubato e altra documentazione che, in sostanza, gonfiava il valore della finta refurtiva.

A detta degli stessi dipendenti, interrogati dalla polizia, alcune apparecchiature, quelle difficilmente amovibili, non si erano mai mosse da dove si trovavano, mentre il materiale facilmente trasportabile è stato trovato in parte nell’abitazione del ristoratore, tra cui il vino d’annata. In base a questi riscontri è quindi partita la denuncia nei suoi confronti.

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