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Cronaca

Forlì verso la "fase 2", le proposte di Fridays for Future: "Ripensare la mobilità cittadina"

Fridays for Future Forlì ha indirizzato una lettera alla cittadinanza e all’amministrazione, nella quale illustra due proposte per la fase due dell'emergenza Covid19

In occasione della giornata di mobilitazione globale per il clima e del lancio della campagna nazionale "Ritorno al Futuro", Fridays for Future Forlì ha indirizzato una lettera alla cittadinanza e all’amministrazione, nella quale illustra due proposte per la fase due dell'emergenza Covid19. "Questi ultimi mesi - spiegano i giovani ambientalisti - hanno messo in luce da un lato che la situazione di normalità in cui stavamo vivendo prima era in realtà molto precaria; dall'altro che ascoltare la scienza si può, lo possono fare i cittadini e le può fare la politica. Ed è quello che gli attivisti di Fridays for Future continuano a fare da quando è nato il movimento, in tutto il mondo".

Nella lettera il gruppo forlivese presenta "due semplici proposte", chiedendo all'amministrazione comunale di metterle in pratica: "ripensare la mobilità cittadina, per evitare gli shock che comporteranno le riaperture in termini di traffico, inquinamento, morti nelle strade". Fridays for Future Forlì chiede "sicurezza sui mezzi pubblici, più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi, incentivi economici per chi si reca al lavoro in bicicletta (progetti già in corso a Cesena e Cesenatico), creazione di corridoi preferenziali, rafforzamento della sharing mobility e dello smart working: sono alcune delle possibili soluzioni per milioni di lavoratori e lavoratrici, studenti e famiglie che potranno muoversi da subito in maggiore sicurezza e libertà, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra".

Quindi un invito ad "acquistare locale". "L’agricoltura, l’artigianato e i fornitori di servizi della nostra città sono in difficoltà: privilegiamoli nelle nostre spese - evideniznao -. Acquistando da aziende locali, sosteniamo i nostri concittadini evitando spreco di carburante per il trasporto di merci su gomma, e relative emissioni climalteranti. Un’altra questione da affrontare riguarda il distanziamento sociale obbligatorio negli esercizi commerciali/ristorativi: proponiamo di concedere fondi economici o spazi comunali aggiuntivi per dehors esterni a condizione che la fornitura di prodotti - alimentari e non - provenga come minimo per il 50% dal territorio comunale e per il 30% da quello nazionale. Entrambe le percentuali potranno calare di 10 punti in caso di concrete scelte ecosostenibili (prodotti riciclati e riciclabili, non usa e getta, alimenti biologici). Per “sbloccare il bonus”, queste caratteristiche dovranno essere presenti in almeno l’80% dei prodotti utilizzati. Tale percentuale cala al 60% in caso di presenza di impianto fotovoltaico o di coibentazione termica degli immobili".

"Facciamo notare che una maggiore estensione dei dehors sarà più fattibile se integrata al punto sulla riduzione dello spazio per automobili (parcheggi e corsie ridotte) e al conseguente aumento dello spazio per piste ciclabili e pedonali, oltre che per i dehors. "Quelle che abbiamo formulato sono proposte realizzabili nel breve termine e specifiche per affrontare entrambe le emergenze nelle quali ci troviamo, da un lato quella sanitaria, dall’altro quella climatica - scrivono nella lettera - Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema".

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