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Cronaca

Pellegrinaggio in piazza San Pietro: Papa Francesco benedice i fedeli forlivesi

Bergoglio ha impartito la benedizione ai convenuti, per poi addentrarsi sulla "papamobile" in mezzo ai fedeli che hanno riempito piazza San Pietro

Guidati dal vescovo monsignor Lino Pizzi, 250 fedeli forlivesi hanno preso parte, mercoledì all’udienza generale di papa Francesco in piazza San Pietro a Roma. Il pellegrinaggio sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, nel giorno liturgicamente dedicato al “neo” santo Giovanni Paolo II, è stata la prima grande trasferta congiunta a Roma promossa dall’“Opera Pellegrinaggi della Romagna”. Costituita nel settembre 2013 dalle diocesi di Rimini, San Marino-Montefeltro, Forlì-Bertinoro, Cesena-Sarsina, Faenza-Modigliana, Imola e Ravenna-Cervia, si propone di promuovere il patrimonio artistico e culturale del nostro territorio in una prospettiva cristiana, nonché coordinare e promuovere eventi e pellegrinaggi.

I numeri definitivi dell’udienza attestano 3000 pellegrini partecipanti, 7 vescovi e 50 sacerdoti da tutta la Romagna. L’arrivo nella grande piazza vaticana alle 7 precise, molto in anticipo rispetto alle esperienze passate, ha consentito ai forlivesi del gruppo guidato da don Giovanni Amati, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, di portarsi pressoché a ridosso del sagrato della basilica da cui Francesco, dopo aver percorso la grande piazza sulla papa mobile benedicendo i fedeli, ha tenuto la catechesi del mercoledì, sulla scorta della lettura del giorno dedicata al tema “Chiesa, corpo di Cristo”.

Fedeli forlivesi in pellegrinaggio dal Papa

“Quando si vuole evidenziare come gli elementi che compongono una realtà siano strettamente uniti l’uno all’altro e formino insieme una cosa sola – ha detto il grande pontefice argentino – si usa spesso l’immagine del corpo. A partire dall’apostolo Paolo, questa espressione è stata applicata alla Chiesa ed è stata riconosciuta come il suo tratto distintivo più profondo e più bello”. Bergoglio ha rinviato al libro biblico di Ezechiele, in cui Dio mostra al profeta una distesa di ossa, distaccate l’una dall’altra e inaridite.

“Uno scenario desolante… Immaginatevi: tutta una pianura piena di ossa. Dio gli chiede, allora, di invocare su di loro lo Spirito. A quel punto, le ossa si muovono, cominciano ad avvicinarsi e ad unirsi, su di loro crescono prima i nervi e poi la carne e si forma così un corpo, completo e pieno di vita Ecco, questa è la Chiesa!”. E’ con il sacramento del Battesimo che Cristo ci fa suoi, accogliendoci nel cuore del mistero della croce, il mistero supremo del suo amore per noi, per farci poi risorgere con lui, come nuove creature.

“Purtroppo – ha concluso Papa Francesco – anche noi viviamo l’esperienza dei primi cristiani, fatta di divisioni, invidie e incomprensioni e dell’emarginazione. Tutte queste cose non vanno bene, perché, invece che edificare e far crescere la Chiesa come corpo di Cristo, la frantumano in tante parti, la smembrano”. Da qui l’invito a tutti i cristiani, a cominciare dalle decine di migliaia di fedeli accorsi in piazza San Pietro, a vivere in piena comunione con Cristo e fra fratelli: “Questo pensiero deve fare sorgere in noi il desiderio di corrispondere al Signore e di condividere il suo amore tra di noi, come membra vive del suo stesso corpo”.

Il principio della testimonianza coerente è stato ripreso dal vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi, nel corso della santa messa conclusiva del pellegrinaggio, concelebrata nel pomeriggio in San Pietro all’altare della Cattedra, assieme agli altri vescovi romagnoli, fra cui lo stesso monsignor Lino Pizzi: “Non si può più essere cristiani per tradizione – ha ricordato il presule riminese – ma per scelta. Tutti noi siamo chiamati ad essere missionari e ad offrire la vita per il Risorto”.

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