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Cronaca

Roberto Saviano riempie il PalaRomiti: "Studiate e leggete, non giudicate senza aver prima approfondito"

L'autore di "Gomorra", seduto al centro del campo da basket, ha incontrato anche i rappresentanti del liceo classico, Federico Zappia e Giulia Tampieri

“Studiate e datevi ai libri, non giudicate senza aver prima approfondito”. Almeno 1.400 persone, fra cui 400 studenti del Liceo Classico “Morgagni” di Forlì, hanno affollato il palazzetto dello sport Villa Romiti per l’atteso incontro con lo scrittore Roberto Saviano. Autore nel 2006 del best-seller “Gomorra” e da ultimo de “La paranza dei bambini”, edito da Feltrinelli, Saviano è stato annunciato agli spettatori assiepati sugli spalti dai due rappresentanti degli studenti del Liceo Classico, Federico Zappia e Giulia Tampieri. “Il nostro percorso scolastico – dichiara il giovane – non si fa solo sui libri, ma anche su incontri e dibattiti”.

“Grazie al Comune e al sindaco Drei qui presente - continua Giulia - dopo due mesi possiamo incontrare Saviano e sentire dalla sua viva voce la genesi del libro”. “Io ringrazio voi, ragazzi - interviene il primo cittadino forlivese - per averci dato questa occasione d’incontro con lo scrittore Saviano. Non fossimo arrivati a questo risultato sarebbe stata una sconfitta per tutti”. L’autore di Gomorra, che vive sotto scorta da ben 11 anni, ha subito cercato l’empatia con il pubblico del PalaRomiti, andando a ritroso nel tempo della sua giovinezza, in cui seguiva la pallacanestro a Caserta. “Da bambino associavo Forlì alla Jollycolombani e ora sono qui, nel teatro di quelle sfide sportive”.

Roberto Saviano a Forlì, il fotoservizio di Alessandra Salieri

STOP ALLA POLEMICA - Saviano spegne definitivamente gli echi della polemica nata a metà gennaio su Facebook, con la circolare del dirigente scolastico che prescriveva agli studenti l’acquisto della “Paranza dei bambini”: “Non potevo non essere qui, era necessario che parlassi con i ragazzi delle cose che mi occupo”. Come promesso, l’autore dialoga con i giovani presenti sul tema della legalità, dei diritti e delle forme di contrasto al crimine organizzato, spiegando i capisaldi del suo ultimo libro, il primo di finzione anche se strettamente legato alla realtà criminale che continua ad imperversare nel napoletano. Ne “La Paranza dei bambini” si parla dei giovani criminali senza avvenire, che si muovono senza percorsi di crescita in un mondo senza avvenire. Sono quindicenni che vivono senza regole e col culto della paura. “Il denaro ti fa fico, chi lavora onestamente per quattro soldi è uno sfigato”. I baby boss sono dei cani sciolti che rifuggono la vigliaccheria dei propri padri e corrono consapevolmente il rischio di morire ammazzati in breve tempo. Non importa se poi sarai sparato a 19 anni come Emanuele Sibillo: l’importante è essere il re finché campi. La stranezza della presenza in YouTube di video con baby criminali napoletani che si ispirano all’Isis, è solo apparente: “Tutti i jihadisti che hanno seminato dolore e sangue negli attentati in Francia e Belgio, erano delinquenti infervorati dello stesso principio: ammazzo e mi faccio ammazzare dopo avere ottenuto ciò che volevo”.

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