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Cronaca Dovadola

Dovadola, la frana di Trove accelera e mette paura: si cerca di salvare le case dalla minaccia

Le piogge delle ultime ore hanno accelerato il movimento della storica frana nella località dovadolese a poche centinaia di metri dalla Rocca dei conti Guidi

E' sempre più critica la situazione a Trove: le piogge delle ultime ore hanno accelerato il movimento della storica frana nella località dovadolese a poche centinaia di metri dalla Rocca dei conti Guidi. Grandi colate di fango minacciano le abitazioni, nonostante i lavori effettuati prima dell’inverno proprio evitare ulteriorismottamenti. "Purtroppo sta accadendo quanto di peggio avevamo temuto - afferma preoccupato il sindaco Gabriele Zelli -. La frana sta letteralmente crollando a valle interessando grandi parti della collina sovrastante l'abitato".

"Sono bastati pochi giorni di pioggia dopo mesi di siccità per riattivare la frana staccatasi a causa delle avversità atmosferiche del febbraio del 2015, e questo, a detta degli esperti, è un bruttissimo segnale - continua il primo cittadino -. Insomma la frana si è riattivata ed ha incrementato notevolmente il suo volume raggiungendo dimensioni molto maggiori di quelle previste in un primo tempo". Ricorda Zelli: "Lo scorso anno ci erano stati finanziati, con fondi d'Urgenza dalla Protezione Civile dell'Emilia Romagna, fondi per 90mila euro per la messa in sicurezza delle abitazioni dalle colate di fango. I lavori eseguiti fino ad adesso hanno visto la realizzazione di un vallo e di una vasca filtrante presso l'abitato a valle della frana per la messa in sicurezza delle case dalle colate di fango  e a monte la profilatura del terreno in frana. La parte più consistente dell'intervento era prevista nella stagione estiva".

"Il vallo si è completamente riempito è così pure la vasca di decantazione - interviene l'assessore Marco Carnaccini - ma le dimensioni della frana a monte, notevolmente aumentate, non ci fanno ben sperare e la poggia battente alimenta nuove e inaspettate colate di fango. Un pool di geologi, composto da Carlo Fabbri, Massimiliano Flamigni e Flavio Savorelli, il presidente della Protezione Civile di Dovadola Mirco Tedaldi e  Melania Colinelli hanno fatto un sopralluogo facendo il punto della situazione. "Per alleggerire la portata d'acqua in profondità si era decisa la realizzazione di una serie di pozzi drenanti, regolarmente eseguiti dalla Ditta IGT di Mercato Saraceno - illustra Carnaccini -. La sorpresa negativa è stata data dal fatto che pur arrivando allo strato di roccia chiamato "Giuseppa" non si è trovata acqua in profondità".

"Adesso il pool di geologi ha ipotizzato che l'acqua si infiltri nel substrato roccioso e fuoriesca in pressione da delle fessurazioni alla base della frana con conseguente saturazione del terreno circostante - prosegue l'assessore -. La stagione invernale è stata siccitosa e il fatto che è bastata poca acqua meteorica per mettere in crisi tutto il versante è segno che il terreno in profondità è saturo di acqua". In tutto questo, prosegue Zelli, "bisogna ricordare che la famiglia Marchini-Nannini che usufruiva di una viabilità di cantiere a oggi è completamente isolata dal traffico su gomma. Per accedere a casa devono fare ben 300 metri a piedi tutti i giorni con ogni tempo. Praticamente sono isolati.

"Con le ultime piogge la frana si allargata a vista d'occhio e stiamo approntando ulteriori opere di difesa, sempre eseguite dalla ditta IGT, realizzate con lo scopo di salvare le abitazioni dalle colate di fango", chiosa il sindaco. Ma per adesso "giochiamo in difesa" - continua Carnaccini - ma per "giocare in attacco" e cercare di risolvere definitivamente il problema serve un maggior contributo da parte della Regione Emilia Romagna, di circa 100 mila euro, che presto ci accingeremo a chiedere con un articolo 10. Intanto per vedere di arginare, almeno in parte, l'afflusso d'acqua in profondità abbiamo allertato i nostri ragazzi della Protezione Civile che in via del tutto sperimentale proveranno ad asciugare una fonte d'acqua che alimenta un podere abbandonato a monte del movimento franoso le operazioni, tempo permettendo si dovranno svolgere i prossimi giorni con la guida del presidente Tedaldi". "Siamo veramente preoccuparti - conclude un accigliato Zelli - e guardiamo sempre le previsioni meteo con grande apprensione".

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