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Cronaca

"Frane, crolli, ponti che precipitano. Servono investimenti ed onestà"

"Aver cura di un ponte piuttosto che degli effetti del mare, non è altro che rispetto della natura e delle persone"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"Frane, crolli, ponti che precipitano, allagamenti di città e campi sono la conseguenza di un’Italia che troppo spesso mette da parte il rispetto della natura e di conseguenza della vita delle persone e delle comunità. Aver cura di un ponte piuttosto che degli effetti del mare, non è altro che rispetto della natura e delle persone. Si preferisce ignorare invece che amministrare, aspettare senza investire in manutenzione e opere di salvaguardia per poi stupirsi se le intemperie o il semplice trascorrere degli anni ad un certo punto presentano il conto. Dopo le risposte all’emergenza di queste ore, è tempo che le istituzioni si attivino con determinazione perché si ponga la questione urbanistica, sismica ed erosiva come urgenza, oltre che nazionale, comunale e provinciale. Insieme c’è la necessità di riprendere in mano il dossier infrastrutture, cioè fare vera manutenzione o, se serve, ricostruzione, riformulazione delle strutture non più adeguate alle esigenze dei territori. 

Severità e onesta nell’amministrare la cosa pubblica e celerità dell’azione, due caratteristiche che non sono solo tedesche o svedesi, ma che possono benissimo essere italiane se solo lo vogliamo. Davanti al dissesto geologico in cui versano molte aree del nostro Paese, viene da chiedersi se non sia il caso di rimodulare l’uso delle risorse in mano allo Stato per dare vita in maniera stabile e non emergenziale ad una politica di risanamento del territorio, metterlo in sicurezza e dove è necessario restituirlo alla sua vocazione naturale. Le piogge torrenziali se cadono su un territorio sano, provocano danni ma non così gravi, tanto meno provocano vittime innocenti. Non possiamo continuare ad affidarci alla fortuna e alla speranza che non accada il peggio. Ogni anno speriamo che quello precedente abbia insegnato qualcosa, ma la cronaca di questi giorni ci dice che non è così.

Nell’esprimere vicinanza alle persone e alle comunità che in queste ore stanno patendo le conseguenze delle intemperie naturali e dell’incuria umana, nel ringraziare quanti continuano a mobilitarsi per alleviare le sofferenze delle popolazioni coinvolte, è bene ricordare le parole di James Freeman Clarke: "Un politico guarda alle prossime elezioni; lo statista guarda alla prossima generazione. Un politico pensa al successo del suo partito; lo statista a quello del suo paese"".  

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