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Cronaca

Fusione tra Hera e Amga, il Comune dice no: "Valutazione politica"

L'Amministrazione comunale di Forlì ha espresso un indirizzo di voto negativo alla fusione tra Hera e Amga, in coerenza con la decisione assunta a ottobre 2012 sulla fusione con Acegas

L'Amministrazione comunale di Forlì ha espresso un indirizzo di voto negativo alla fusione tra Hera e Amga, in coerenza con la decisione assunta a ottobre 2012 sulla fusione con Acegas. La decisione è stata assunta pur nella consapevolezza che, in qualità di soci, si considera la fusione positiva dal punto di vista finanziario e si ritiene apprezzabile il progetto industriale che consentirà di acquisire importanti professionalità, utili a competere nel settore gas, che sarà oggetto di prossime gare.

Tuttavia l'espressione di voto negativo sottintende una valutazione di natura politica e la necessità di aprire una discussione sulle società multiutility e i servizi pubblici locali, tra i soci pubblici di Hera. Inoltre, in analogia alla scelta del Comune di Ferrara, l'Amministrazione comunale di Forlì non intende rinnovare il patto di sindacato di Hera.

Su questa scelta arriva anche la dichiarazione dell'Assessore all'ambiente del Comune di Forlì Alberto Bellini: "La discussione sui servizi locali è spesso concentrata sulla tensione, ormai molto forte, tra chi pretende una gestione pubblica dei servizi e chi vuole una gestione privata. La percezione che la liberalizzazione dei servizi o l'uso di capitali privati possano risolvere ogni problema, appare semplicistica. D'altra parte, l'idea che basti la "volontà" degli enti locali per realizzare la pubblicizzazione dei servizi, è altrettanto irrealizzabile”.

“ Due sono le priorità che continuano a rimanere indefinite: - piano di finanziamento degli investimenti necessari per garantire l'erogazione e la qualità del servizio. Investimenti dall'acquedotto fino alla depurazione e sistema fognario, per i quali l'Italia è responsabile di infrazione per gli standard europei. Investimenti per realizzare la raccolta differenziata di qualità e promuovere il recupero di materia; regolazione tariffaria attraverso autorità indipendenti e strumenti di verifica dell'efficienza gestionale”.

“Si ritiene semplicistica l'assunzione che ricorrendo al mercato e alla concorrenza si potranno superare i disservizi e la frammentazione delle gestioni attuali. In realtà, ricorrendo al mercato, al netto della maggiore efficienza, gli investimenti necessari si tradurranno in un adeguamento esponenziale della tariffa. Infatti, gli investimenti dei privati sono garantiti attraverso un metodo tariffario che riconosce in maniera precisa tutti i costi, inclusi i costi di capitale. Difficile immaginare che vi sia la disponibilità di capitali privati se questi non sono adeguatamente remunerati. Assumendo quindi che non vi sia una pressione sul costo del lavoro, la gestione di natura pubblica o quella privata, lasciano irrisolti i due nodi principali: investimenti e tariffe. Riorganizzare le società multiutility e la regolazione dei servizi pubblici, che sono e saranno un elemento chiave per le politiche ambientali, sono obiettivi non procrastinabili”.

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