rotate-mobile
Cronaca

Al Morgagni-Pierantoni la Giornata diocesana del Malato

La liturgia sarà preceduta, venerdì, alle 17, direttamente nella cappella del Padiglione Morgagni, da un rosario meditato sul mistero della sofferenza condotto da don Domenico Ghetti

Sarà il vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Lino Pizzi a presiedere, sabato, alle 15, nell’atrio del Padiglione Morgagni dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, la santa messa in occasione della 25esima edizione della Giornata Mondiale del Malato. La liturgia sarà preceduta, venerdì, alle 17, direttamente nella cappella del Padiglione Morgagni, da un rosario meditato sul mistero della sofferenza condotto da don Domenico Ghetti, da tre anni cappellano del Morgagni-Pierantoni. Presupposto indispensabile per un giusto approccio alla Giornata del Malato è la lettura del Messaggio di papa Francesco “Stupore per quanto Dio compie: «Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente»”.

“Istituita dal mio predecessore san Giovanni Paolo II nel 1992 – scrive Bergoglio - e celebrata per la prima volta a Lourdes l’11 febbraio 1993, tale evento costituisce un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e, più in generale, dei sofferenti; e al tempo stesso invita chi si prodiga in loro favore, a partire dai familiari, dagli operatori sanitari e dai volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati (…) Questa ricorrenza rinnova nella Chiesa il vigore spirituale per svolgere sempre al meglio quella parte fondamentale della sua missione che comprende il servizio agli ultimi, agli infermi, ai sofferenti, agli esclusi e agli emarginati”. Al di là della giustificazione teologica del dolore e della morte, una società realmente civile e solidale non può esimersi dal portare un appoggio psicologico alle persone sofferenti. Recare sollievo agli ammalati è una vera e propria cura.

“Una comunità cristiana che non sappia mettersi in atteggiamento di ascolto e di accoglienza della persona sofferente – scriveva Giovanni Paolo II - si priva di un’irripetibile possibilità di conversione”. “Nella normalità della mia giornata tipo – scrive il cappellano dell’ospedale don Domenico Ghetti - fatta di momenti di preghiera, di visite agli ammalati nei reparti (l’aspetto più impegnativo ed intenso del mio lavoro), di rapporti con il personale sanitario e anche di lavoro al computer, svettano alcuni incontri in cui il mistero della sofferenza quotidiana e nascosta si tocca con mano”.

Il sacerdote si commuove al ricordo di quel malato terminale che, prima di morire desiderava l’unione con la donna con cui conviveva da anni e da cui aveva avuto un figlio. “Tutto si è realizzato in una mattina: dapprima io ho guidato il rito del matrimonio canonico, poi l’assessore comunale ha celebrato il rito civile. Don Paolo Giuliani ha redatto tutti i documenti occorrenti per la circostanza. Non so dire la grande gioia dei due novelli sposi, che senza il vestito di prammatica, senza l’accompagnamento dei parenti e degli amici invitati a pranzo per festeggiare l’avvenimento, hanno messo in evidenza ciò che a loro stava più a cuore”. La Giornata diocesana del Malato è promossa dall’Ufficio per la Pastorale della salute diocesana, con il contributo di associazioni ecclesiali dedite alla condivisione del dolore, come il Centro Volontari della Sofferenza e l’Unitalsi.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Al Morgagni-Pierantoni la Giornata diocesana del Malato

ForlìToday è in caricamento