rotate-mobile
Diocesi

Giornata Mondiale del Malato, il messaggio ai sanitari: "Le vostre mani toccano la carne sofferente di Cristo"

Papa Francesco agli operatori sanitari: “Le vostre mani che toccano la carne sofferente di Cristo possono essere segno delle mani misericordiose del Padre”

Il vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Livio Corazza ha presieduto venerdì pomeriggio nella Cappella del Padiglione Morgagni dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, la santa messa in occasione della 30esima edizione della Giornata Mondiale del Malato. Per l'amministrazione comunale era presente l'assessore al Welfare, Rosaria Tassinari. Presupposto indispensabile per un giusto approccio alla Giornata, istituita nel 1992 da San Giovanni Paolo II, che la ancorò volutamente alla memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, è la lettura del Messaggio di papa Francesco, dal titolo “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”. “Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità” è il pensiero dominante del pontefice argentino, che nel testo si rivolge ai tanti “testimoni della carità” che i malati incontrano nel loro percorso doloroso.

Celebrata la Giornata internazionale del Malato (11-2-22)

“La misericordia è per eccellenza il nome di Dio, che esprime la sua natura non alla maniera di un sentimento occasionale, ma come forza presente in tutto ciò che Egli opera. È forza e tenerezza insieme. Perché Egli si prende cura di noi con la forza di un padre e con la tenerezza di una madre, sempre desideroso di donarci nuova vita nello Spirito Santo”. L’invito di Gesù a essere misericordiosi come il Padre, acquista un significato particolare per gli operatori sanitari. “Penso – continua Bergoglio - ai medici, agli infermieri, ai tecnici di laboratorio, agli addetti all’assistenza e alla cura dei malati, come pure ai numerosi volontari che donano tempo prezioso a chi soffre. Cari operatori sanitari, il vostro servizio accanto ai malati, svolto con amore e competenza, trascende i limiti della professione per diventare una missione. Le vostre mani che toccano la carne sofferente di Cristo possono essere segno delle mani misericordiose del Padre. Siate consapevoli della grande dignità della vostra professione, come pure della responsabilità che essa comporta”.

Le nuove tecnologie hanno permesso di approntare percorsi terapeutici che sono di grande beneficio per i malati; la ricerca continua a dare il suo prezioso contributo per sconfiggere patologie antiche e nuove; la medicina riabilitativa ha sviluppato notevolmente le sue conoscenze e le sue competenze. “Tutto questo, però, non deve mai far dimenticare la singolarità di ogni malato, con la sua dignità e le sue fragilità. Il malato è sempre più importante della sua malattia, e per questo ogni approccio terapeutico non può prescindere dall’ascolto del paziente, della sua storia, delle sue ansie, delle sue paure.

La storia di Maria Nanni

A Forlì uno dei volti “incarnati” più conosciuti della sofferenza salvifica di Cristo, rimane sorella Maria Nanni, artefice del cammino ecclesiale “Centro Volontari della Sofferenza” fondato da mons. Luigi Novarese. In una sua pubblicazione del 2007, don Roberto Rossi, parroco di Regina Pacis di Forlì e nato a Voltre di Civitella come la Nanni, rievoca la grande battaglia vinta da sorella Maria contro il pregiudizio comune, che riteneva improduttiva una donna poliomielitica costretta alla carrozzina: “Dio sceglie le persone umili per farne suoi testimoni e strumenti di salvezza”. Affetta da poliomielite dall’età di 4 anni, la Nanni visse l’intera esistenza su una sedia a rotelle, “che diventa per lei altare per la sua offerta e cattedra per il suo insegnamento”.

Nel 1938 va a Lourdes con l’Unitalsi. “Andai per chiedere la guarigione perché mi sentivo emarginata, senza prospettive. Ma la Madonna mi ha fatto un miracolo molto più grande: mi ha donato il sorriso, che da allora non è mai venuto meno”. L’ 11 febbraio 1951 è tra le nove sorelle che formano il primo gruppo delle Silenziose Operaie della Croce, con la professione dei voti evangelici. Negli anni Sessanta comincia a pensare ad una Casa per i malati in Romagna. Partono allora le trattative per avere in comodato la Villa del Seminario di Meldola. La Casa, che oggi porta il suo nome e ospita il Centro Socio-Riabilitativo condotto dalla Cooperativa Abbracci, viene inaugurata il 19 giugno 1981. Maria muore nel reparto di rianimazione dell’Ospedale di Forlì il 1° giugno 1997: “Nella mia sofferenza, la chiamata del Signore”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giornata Mondiale del Malato, il messaggio ai sanitari: "Le vostre mani toccano la carne sofferente di Cristo"

ForlìToday è in caricamento