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Cronaca

Giovane madre picchiata e costretta a mezz'ora d'aria dal compagno

Costretta ad una vita infernale dal giovane compagno, ha trovato il coraggio di liberarsi dell'enorme peso prima confidandosi con il personale del “Centro donna” e poi con gli agenti della Squadra Mobile

Costretta ad una vita infernale dal giovane compagno, ha trovato il coraggio di liberarsi dell'enorme peso prima confidandosi con il personale del “Centro donna” e poi con gli agenti della Squadra Mobile. E' la storia di una 19enne di nazionalità marocchina, ora in una struttura protetta insieme alla figlioletta di appena un anno. Il convivente, un connazionale di 25 anni, è invece in carcere alla Rocca su disposizione del gip Giovanni Trerè (pm Alessandro Mancini).

La 19enne viveva in prigionia. Le botte erano purtroppo questione di routine. Inoltre poteva uscire solo mezz'ora al giorno, indossando il velo su ordini del convivente, che l'aveva anche costretta a licenziarsi da centralinista. Un giorno, stanca delle violenze, è uscita di casa con la scusa di recarsi all'ospedale per fare il test di gravidanza. In realtà si è recata al “Centro donna” per rilevare ciò che era costretta a subire. Per caso c'erano anche due agenti della sezione Minori della Squadra Mobile, con i quali la 19enne si è confidata.

L'indomani, nella mezz'ora di libertà, la giovane ha sporto denuncia aglii uffici della Questura. Accompagnata anche al pronto soccorso, i medici le hanno trovato ecchimosi, giudicandola guaribile in quindici giorni. La donna è stata portata in una struttura protetta, mentre l'uomo è stato messo al corrente di tutto ed invitato a non cercare la ragazza. Il 25enne ha violato l'ordine, trovando dopo una serie di giri la comunità che ospitava la compagna.

L'individuo è andato su tutte le furie, a tal punto che l'operatrice è stato costretto a chiedere l'intervento della Polizia Municipale, che hanno provveduto ad allontanarlo. Nei giorni successivi è stato arrestato in esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal pm Mancini e firmata dal gip Trerè. Ha dei precedenti: il marocchino è rimasto coinvolto nel 2009 nella rissa davanti al pub “Pride” a colpi di bottigliate, mentre nel 2007 aveva rifilato quattro coltellate ad un connazionale dopo una partita di calcio.
 

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