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Cronaca

In casa dei genitori? Il fenomeno si accentua, vive così la metà dei giovani forlivesi

I giovani a Forlì? Sempre meno e sempre di più in casa con i genitori, anche in età "avanzata". E' il dato che emerge da una rielaborazione sui dati dell'anagrafe del Comune di Forlì

I giovani a Forlì? Sempre meno e sempre di più in casa con i genitori, anche in età "avanzata". E' il dato che emerge da una rielaborazione sui dati dell'anagrafe del Comune di Forlì, che indica che il fenomeno, già di per sè noto, non accenna a diminuire ed anzi diventa via via più accentuato. Gli ultimi dati disponibili per la rielaborazione sono del 2016 e scandagliano la fascia di età tra i 18 e i 35 anni. Questa fascia d'età dei giovani maggiorenni, nel giro di tre anni, dal 2013 al 2016, è calata del 4,1% come consistenza numerica e rappresenta appena il 17% della popolazione totale. Quindi in assoluto cala la popolazione maggiorenne e giovane di Forlì (vale a dire quella che dovrebbe essere la fascia di età più produttiva, ndr) ad un ritmo superiore all'un percento anno. 

Al suo interno, sempre rispetto al 2013, si è ridotto poi del 10% il numero di coloro che sono anche intestatari di nucleo familiare neo costituito. La metà di questi ultimi (il 47% per l'esattezza) sono composte da un solo membro. Si tratta quindi di giovani che vanno ad abitare per conto loro senza mettere su famiglia. I rimanenti invece vivono con una loro famiglia, nella forma di convivenza superiore a quella di coniugati.  In sostanza, secondo una rielaborazione di Antares, circa 7.500 giovani sui 20.360 presenti in città tra i 18 e i 35 anni hanno un loro nucleo familiare inteso in modo classico con un nucleo di più persone in un domicilio autonomo. Altri 2.500 vivono da soli, mentre sono esattamente 9.974  i giovani che vivono coi genitori. Se nel 2013 questa tipologia rappresentava il 45,8% del totale dei giovani, oggi è arrivata al 49%. 

"Vedendo questi dati - ragiona l'assessore al Welfare Raoul Mosconi - è evidente che servirebbero politiche diverse, per favorire l'autonomia dei giovani. Questi fanno fatica a trovare gli spazi, che pure chiedono, in mezzo a strumenti votati al passato". La conseguenza di questa tendenza sono poi i pochi matrimoni e le ancor meno nascite. Il 95,1% dei giovani che vivono coi genitori, infatti, risultano celibi o nubili. "Pesa con evidenza la difficoltà dei giovani di mettere su famiglia senza una base economica valida. Con un contratto a tempo determinato è molto difficile anche trovare una casa", sempre Mosconi.

Un fatto economico o anche sociale, dato che a casa dei genitori in generale, oltre ad aver meno spese, si sta anche bene, con qualcuno che si prende carico delle faccende di casa come cucinare, lavare i panni etc? "Sono giovani che su altre cose sono molto attivi, basti vedere i tanti che vanno all'estero: che cos'è se non una ricerca di autonomia, vivendo appieno la cittadinanza europea?", continua Mosconi. Estendendo ulteriormente il discorso a tutti i maggiorenni, si può concludere col dato che l’età media dei maschi maggiorenni (non sposati), che vivono con i genitori è di 30,6 anni, mentre quella della controparte femminile è di 28,7 anni. Su questi dati incide anche la frequenza degli studi universitari. "L'università vicino a casa, una realtà di qualità e consolidata in Romagna,  porta più giovani a vivere in famiglia fino al raggiungimento del titolo di studio, invece di lasciare la propria casa durante gli studi", è l'interpretazione dell'assessore al Welfare.

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