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Cronaca

Giubileo della Misericordia, il vescovo apre la seconda Porta Santa a Fornò

L'Anno Santo della Misericordia a Forlì-Bertinoro si chiuderà definitivamente domenica 20 novembre, in Cattedrale

Il vescovo apre la seconda Porta Santa diocesana a Fornò. A Forlì, il Giubileo voluto da papa Francesco sul tema “Dio ricco di misericordia”, è iniziato il 12 dicembre scorso con il pellegrinaggio a piedi dal sagrato di San Mercuriale verso la Cattedrale, dove il vescovo monsignor Lino Pizzi ha presieduto la messa solenne. Uno degli eventi più importanti di quella liturgia, prima volta assoluta nella storia bimillenaria del cristianesimo in città, è stata l’apertura di una Porta Santa anche a Forlì, individuata nell’ingresso laterale del Duomo che si affaccia sulla Prefettura. “Celebrare il Giubileo della Misericordia - afferma monsignor Pizzi nel documento illustrante le linee pastorali per il 2015-2016 - significa riflettere sul nostro stile di Chiesa e di comunità, che si esprime nella tenerezza, nel perdono, nell’accoglienza reciproca, soprattutto dei più poveri”.

Sabato, alle 20.30, alla Porta Santa in Cattedrale si aggiungerà quella di Fornò, la straordinaria chiesa circolare immersa nella campagna fra Forlimpopoli e Forlì. Prologo dell’evento, che riaccenderà i riflettori su uno degli edifici del culto cristiano più singolari dell’intera Regione, sarà la processione guidata dal vescovo Lino, che esordirà, alle 20, da via del Tempio, 13. All’arrivo nella chiesa fondata dal misterioso eremita Pietro Bianco da Durazzo nel 1448 e dedicata a Santa Maria di Misericordia e di Grazia, il pastore d’anime di Forlì-Bertinoro presiederà la santa messa giubilare, per poi aprire simbolicamente la seconda Porta Santa sul territorio diocesano. Contemporaneamente sarà celebrato il Giubileo dei Lavoratori, che s’incontreranno alla vigilia della festa del 1° Maggio e del loro patrono San Giuseppe Artigiano.

“I lavoratori – scrivono i Vescovi italiani riprendendo l’invito dell’Evangeli Gaudium di papa Francesco - sono invitati a riflettere sulla vocazione al lavoro come impegno che va oltre il risultato economico, per diventare edificazione del mondo, della società, della vita. Nel lavoro, come nella cultura, nell’arte, nella famiglia, ci realizziamo nella nostra immagine di Dio creatore. Si coinvolgono le potenzialità umane riassunte nella mente, nel cuore, nelle mani. Senza di esso si rischia una strisciante depressione e senso di inutilità ed esclusione dalla vita sociale”. Le indicazioni del vescovo Pizzi per vivere concretamente il Giubileo del Perdono, sono chiare: “lectio divina”, gruppi del Vangelo, esercizi spirituali, riflessione sulle opere di misericordia e la loro messa in pratica, prestare maggiore attenzione ai migranti, ai profughi, ai carcerati e alle famiglie, senza dimenticare “nostra sorella madre terra” (chiaro il riferimento alla recente enciclica ambientalista del papa).

Come opere concrete, il presule modenese auspica che si possa giungere ad aprire una piccola casa di accoglienza per persone con problemi di giustizia, dove “la condivisione renda possibile una sperimentazione, che permetta percorsi diversi d’inserimento presso le comunità parrocchiali, associative e le altre realtà sociali, sempre in collaborazione con l’area carcere e i volontari”. Saranno inoltre curate alcune opere a favore della famiglia, come l’Emporio della solidarietà, il prestito sociale, il fondo di solidarietà e i tirocini lavorativi. L’indulgenza giubilare dai peccati è detta plenaria, perché “è una grazia straordinaria che guarisce completamente l’uomo e lo riconcilia totalmente con Dio”. A giugno sarà aperta una terza ed ultima Porta Santa forlivese all’eremo antoniano di Montepaolo, sopra Dovadola. L’Anno Santo della Misericordia a Forlì-Bertinoro si chiuderà definitivamente domenica 20 novembre, in Cattedrale. 

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