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Cronaca

Gli ambientalisti: "Varie questioni sui fumi ancora da risolvere"

Per quanto riguarda nello specifico il fumo nero di recente emesso dal camino, secondo la Mengozzi ed ARPAE, all'unisono, quello che esce dal camino "sarebbe solo un effetto ottico"

La Mengozzi SpA ha sostenuto che le emissioni a bassa temperatura dal basso camino del suo inceneritore sono monitorate con continuità e che i risultati delle misure sono on-line. Dai documenti tecnici della Mengozzi SpA risulta invece che la strumentazione di  monitoraggio può avere  diverse ore  di fuori servizio per  guasto e per manutenzione. 

Ma soprattutto le misure on-line sono solo relative ai  "macroinquinanti", e cioè principalmente ossidi di azoto, ossidi di zolfo, polveri grossolane, ossidi di carbonio etc. Non sono "on-line" le  quantità  emesse dei cosiddetti "microinquinanti", assai pericolosi per la salute: metalli pesanti, fra cui il mercurio (monitorato in continuo nell'inceneritore di Torino e non qui), diossine, furani, PCB,  idrocarburi policiclici aromatici, diversi composti organici volatili, polveri sottili. Le  quantità emesse di questi inquinanti sono rilevate solo per mezzo di campionamenti dei fumi. Le ispezioni svolte da ARPAE sono effettuate, salvo eccezioni, in un'unica occasione ogni anno e, come abbiamo riscontrato dai relativi rapporti ispettivi, i controlli sono condotti con impianto a carico minore del nominale  e in base a protocolli di misura che non tengono conto della configurazione d’impianto.

Per quanto riguarda nello specifico il fumo nero di recente emesso dal camino, secondo la Mengozzi ed ARPAE, all'unisono, quello che esce dal camino "sarebbe solo un effetto ottico, rilevato da  foto scattate in controluce";  lasciamo ai lettori giudicare tale affermazione. Peraltro la Mengozzi dichiara che tale fumo anomalo si  verifica in corrispondenza dell’uso continuativo del cosiddetto sistema di “Quencher“. Questo sistema consiste in un banale abbattitore con acqua della temperatura dei fumi in uscita dai forni, in condizioni di blocco del generatore di vapore, quando, nonostante tale guasto, la Mengozzi continua a bruciare. L’esercizio del Quencher può portare quindi al camino un carico di inquinanti assai più elevato di quello che si ha con un esercizio standard, in quanto è anche possibile che i filtri dei fumi vadano bypassati per evitarne l’intasamento a causa dell’umidità dei fumi spenti con acqua; di qui la presenza di incombusti che dà il fumo nero; se poi il fumo si vede ci si deve chiedere  cosa ci possa essere nei reflui liquidi che non si vedono per la presenza dell’acqua di spegnimento. 

Nulla di tutto questo è stato fino ad ora valutato da ARPAE, anche se le osservazioni del TAAF da tempo lo richiedevano. La ditta Mengozzi invita a consultare il proprio sito internet. Il TAAF ed i cittadini vorrebbero invece, con propri esperti, visitare fisicamente l'impianto e valutarlo direttamente con protocolli di indagine rigorosi e tecnicamente fondati. D'altronde, se la Mengozzi fosse perfettamente in regola, come sostiene ripetutamente ed unilateralmente, che problema avrebbe ad aprire le porte e consentire ispezioni attendibili?

Il coordinatore TAAF Alberto Conti

Coordinamento Ambientale Interquartieri Loretta Prati
 

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