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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Nuova holding degli aeroporti, via libera dal Consiglio Provinciale

Lo statuto e il protocollo d'intesa tra gli enti coinvolti nella nuova "Società Aeroporti di Romagna Spa" sono stati al centro del dibattito del Consiglio Provinciale di lunedì

Lo statuto e il protocollo d’intesa tra gli enti coinvolti nella nuova “Società Aeroporti di Romagna Spa” sono stati al centro del dibattito del Consiglio Provinciale di lunedì. La Provincia di Forlì-Cesena detiene una partecipazione del 15% nella Seaf SpA, società di gestione dell’aeroporto Luigi Ridolfi e assieme agli altri enti pubblici interessati (Comune di Forlì, Comune di Rimini, Provincia di Rimini) lo scorso 11 luglio ha sottoscritto un protocollo di intesa.

LA NUOVA SOCIETA - Con il documento si impegna a costituire una nuova società per azioni denominata “Società Aeroporti di Romagna”, al fine di dare attuazione alle disposizioni della legge regionale, con la finalità di aggregare le gestioni degli aeroporti Fellini e Ridolfi in un’ottica di rilancio e sviluppo dell’intero sistema del trasporto aereo della Romagna. Da parte sua la Regione Emilia Romagna con la legge regionale 4 del 9 maggio scorso ha autorizzato la sua partecipazione ad una nuova ed unica società, avente ad oggetto la gestione delle partecipazioni nelle due società aeroportuali.

L’INTEGRAZIONE - L’operazione di integrazione tra i due aeroporti di Forlì e Rimini è considerata necessaria per mantenere funzionante lo scalo aeroportuale di Forlì in considerazione che nell’esercizio 2010 Seaf Spa ha registrato un risultato economico d’esercizio negativo pari ad 9.672.472 euro e l’esercizio 2011 chiuderà con una perdita non inferiore a 5 milioni di euro. In particolare la Regione Emilia Romagna conferirà in denaro la somma di 1,5 milioni, mentre la Provincia di Rimini, la Provincia di Forlì-Cesena, il Comune di Rimini ed il Comune di Forlì (tramite la società controllata “Livia Tellus Governance SpA”), conferiranno 10.000 euro ciascuno. La nuova società, così come definito nel protocollo d’intesa e nella proposta di statuto sociale, è lo strumento per favorire e sviluppare l’integrazione degli aeroporti di Forlì e di Rimini.

L’ASSESSORE CASTAGNOLI - Ha relazionato l’assessore alle Partecipazioni Maurizio Castagnoli: “Il progetto della Regione Emilia-Romagna per tutti noi è il ‘Piano B’, rispetto alla privatizzazione che non è andata in porto. E’ però un ‘Piano B’ che ha due caratteristiche importanti: primo si cerca di mettere in sinergia gli scali della nostra regione, così da far ragionare anche chi si è mostrato sempre freddo verso questa ipotesi. Inoltre mettere assieme le due realtà più in difficoltà permette il salvataggio di Forlì, ma anche di un piano industriale entro settembre, ed infine si giunge ad un bando di privatizzazione. Si giunge così all’obiettivo originario: dare gli aeroporti a società competenti che sanno gestire gli scali. Non sappiamo se ci sarà l’interessamento di Bologna in questa seconda fase, ma mettere una volta assieme Forlì a Rimini qualcuno ci penserà anche a Bologna. Oggi oltrepassiamo il punto di non ritorno, a settembre si discuterà della governance e del bando di privatizzazione. Voglio vedere il bicchiere mezzo pieno: il nostro aeroporto torna ad avere garantito un minimo di funzionalità e poi a settembre saremo in grado compiere il secondo passo”.

La giunta provinciale ha proposto al Consiglio un emendamento al testo del nuovo statuto di SAR. Lo illustra sempre Castagnoli: “Proponiamo un aggiunta allo Statuto, l’articolo 6 bis, scritto in stile notarile, ma la cui sostanza è che, in attesa che la holding divenga la fusione delle due società, ognuno farà fronte alle sue esigenze di bilancio, più volgarmente ognuno farà fronte ai suoi debiti. E’ una garanzia reciproca, lo sottolineo perché non è detto che il bilancio 2011 di Aeradria sarà leggero. E’ un bene anche per noi che ognuno si tenga i costi della propria realtà”.

GLI INTERVENTI DEI CONSIGLIERI - E’ intervenuto per primo il capogruppo PdL Stefano Gagliardi: “Si chiede di votare una delibera senza essere al corrente del Piano industriale, della definitiva costituzione della società con una chiara suddivisione delle quote, dei tempi e della modalità della privatizzazione. Di cosa hanno discusso fino ad oggi i tecnici incaricati, se mancano ancora queste informazioni di base? Ricordiamoci che se oggi Seaf è allo sbando gran parte delle colpe sono dovute agli scippi di Ryan Air e Wind Jet da parte di Sab e Aeradria, con il silenzio della Regione, socia in tutti gli scali. Il presidente Errani ha compiuto un vero capolavoro: nulla ha detto circa i sopra citati scippi, ha contribuito a creare un clima non certo di amicizia politica nei confronti di Sa.ve, che puntualmente si è dileguata, e con la leggina sulla mini holding passa addirittura come il possibile salvatore dell’aeroporto. Peccato che la Regione Emilia Romagna conferirà ad oggi 1,5 milioni e che tale somma non è aggiuntiva, ma fa parte della quota che la Regione avrebbe già dovuto versare alla sola Seaf   nel mese di febbraio ed aprile come già fatto dagli altri soci. Altro punto: il consiglio di amministrazione di Sar di fatto viene "comandato" dal membro nominato dalla Regione (gli altri due sono uno per ciascuna provincia); mi chiedo: in regione chi è più forte tanto da indirizzare nella nomina del terzo consigliere? La ciliegina sulla torta è il punto 4.2 dove i soci partecipanti di Seaf si impegnano a rifinanziare tutte le perdite non fino al conferimento delle azioni ma fino all' "eventuale" fusione, cosa vuol dire eventuale? In buona sostanza con tutta questa operazione cosa risolviamo? In verità il protocollo d’intesa è un contenitore assolutamente vuoto e si rimanda tutto allorché avverrà il conferimento delle quote e predisposto il piano industriale; a loro dire tutto ciò avverrà entro il   30/9/2011. Se la precedente bozza di delibera prevedeva la presentazione del piano industriale entro il 15 luglio 2011, perché questo ritardo? Tra l’altro lo Statuto prevede (articolo 10.11) che per tre anni almeno si stia praticamente tutti a mollo, essendo praticamente vietata la trasferibilità delle azioni e che eventuali fusioni, trasformazioni e cessioni di rami d’azienda vengano approvati dall’assemblea straordinaria con da almeno l’ 80% del capitale sociale. Ma che tipo di holding è questa? Un’opposizione seria, e abbiamo dimostrato in più occasioni di esserlo, non può avvallare la fallimentare politica di Seaf, tanto più quando i voti sarebbero aggiuntivi e non indispensabili al salvataggio  di Seaf stessa. Temo che questa delibera sarà il primo caso di eutanasia aeroportuale. In attesa di questi chiarimenti  il nostro voto è quello di un’astensione molto critica”.

Ha quindi parlato il capogruppo Pd Luciano Minghini: “E’ un passo parziale rispetto al passo finale di settembre. Si possono fare moltissime obiezioni a questa delibera, ma sinceramente non capisco quale sia l’alternativa, se non la chiusura immediata. E’ vero, come dice l’assessore, che questo è un ‘Piano B’: è un’opzione con molte criticità e debolezze ma è l’unica che garantisce un futuro e soprattutto dà delle opportunità. E’ stato definito un matrimonio combinato, è vero, ma con un socio forte come la Regione che sta facendo un ottimo lavoro. Con quest’operazione ci riportiamo la casa la messa in sicurezza del bilancio al 2011 e un’integrazione dei due scali, un esempio di integrazione di area vasta, quando si parla tanto di questo tema. L’obiettivo resta di fare un bando appetibile per un socio privato competente, anche se è straniero. Inoltre, è positivo che sia scritto che i vecchi soci debbano partecipare a copertura delle proprie perdite se le due società sono separate, è un fatto giusto. Nessuno perde debiti e investimenti, questo pone con trasparenza i reciproci obblighi. E poi: tre Cda costano più di due? Nella holding ci saranno probabilmente gli amministratori di Seaf e Aeradria, i costi saranno contenuti. Piuttosto nella nuova holding ci vuole un nuovo management capace”. Per il Pd è intervenuto anche il consigliere Piero Gallina.

Ha quindi preso la parola Pier Giorgio Poeta, capogruppo di Rifondazione Comunista: “Mi aspettavo qualcosa in più dalla holding. Sono anni che si parla di accanimento terapeutico perché riteniamo che l’aeroporto sia per lo sviluppo futuro del territorio. Tante volte con rinnovato entusiasmo si è chiesto l’ultimo sforzo, spero che questa volta sia proprio l’ultimo anche se sappiamo che non sarà l’ultimo. Avrei preferito vedere anche il piano industriale, così da poter leggere quali proposte ci sono per lo scalo. Sui debiti, si dice che sia una garanzia che ognuno si tenga i propri, ma temo che sia una scelta che ci è stata imposta perché siamo messi sotto tutela. Se no, non capisco la necessità di scrivere nello statuto che ognuno continua a pagare i propri debiti. Infine, l’eventuale privatizzazione: sarei stato molto più soddisfatto se ci fosse stato l’impegno a privatizzare con un termine preciso, per esempio entro il 2012. Non vorrei che questa finisse per essere una formula di eutanasia per chiudere il problema degli aeroporti, specialmente quello di Forlì”.

Quindi Giovanna Perolari, capogruppo dell’Italia dei Valori: “Per l’ennesima volta siamo di fronte ad una scelta difficile, prendiamo atto della scelta della Regione Emilia Romagna. Ad oggi la costituzione di questo nuovo soggetto, Sar, ci appare come la creazione di una scatola vuota, che attende di essere riempita di contenuti. Per questo attendiamo di conoscere un piano industriale credibile, che non pesi sulle risorse dei cittadini. In alternativa serve un atto di coraggio e prendere atto che non si possono mettere risorse in società che producono solo dei debiti”. Ha preso la parola anche Pino Castrogiovanni, per la dichiarazione di voto.

Ha preso la parola anche Maria Grazia Bartolomei, capogruppo Udc : “Credo che si saranno delle possibilità di incremento del traffico. Sulla delibera l’impressione è che ci venga dato un contentino e non una vera prospettiva, che manca fino a quando non ci sarà un piano industriale credibile. Dopo anni di gestioni fallimentari il rischio per il Ridolfi è di diventare una struttura ancillare per altri territori. In verità, la delibera di oggi non garantisce niente, per questo il giudizio deve essere sospeso in mancanza di un piano industriale, di un chiaro assetto della governance della nuova società, e se ci sarà una fusione o meno. In mancanza di un piano industriale non si sa chi fa cosa nei cieli della Romagna. La holding lo sarà tale sicuramente per la Regione, ma non so se lo sarà per noi e per Rimini. Infine, se si mantiene ognuno i propri debiti, si segna il fatto che i romagnoli non sanno mettere d’accordo tra di loro”.

Infine Gian Luca Zanoni, capogruppo della Lega Nord: “Ci dobbiamo rendere conto che solo oggi la Regione ci dà quello che ci doveva dare ieri, subordinando il tutto ad un piano che anche noi riteniamo un ‘piano B’, dopo però che la Regione ha contribuito a far fallire il ‘piano A’. La Regione si è prodigata a difendere la struttura di Bologna, minacciata con l’arrivo di Sa.Ve., dalla stessa parte Rimini ha portato via elegantemente i voli di Wind Jet. Per questo riteniamo che esista un’asse Bologna-Rimini. Lo dimostra anche il fatto che il Presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali ha detto, ed è molto grave, che per non avere un concorrente diretto a 40 chilometri di distanza, loro sono disposti ‘a prendersi l’aeroporto di Forlì a costo di lasciare vuota la pista del Ridolfi’. Quindi l’idea che la Regione venga a dare una benedizione mi lascia perplesso, così come mi lascia perplesso che Rimini non stia ragionando con il principio ‘morte tua, vita mia’. Alla holding non abbiamo alternative. Il centro-sinistra in tutto questo ha pesanti responsabilità, ma noi sosterremo questo piano, ma attenzione non è una cambiale in bianco”. Per la Lega Nord è intervenuto anche il consigliere Francesco Billi.

Al voto l’emendamento della giunta è stata votato favorevolmente da Pd, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista e Lega Nord; astenuti PdL e UdC. La delibera emendata è stata votata da Pd, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, Lega Nord; astenuti PdL e Udc.

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