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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il Babbo Natale dei bimbi sofferenti girerà sino all’Epifania

Partito dal Gargano, lo sperone roccioso nelle Puglie teatro della parabola terrena di Padre Pio da Pietrelcina, è poi risalito a Firenze, Bologna, Padova, Treviso e Ferrara, sino a rientrare a Forlì la notte della vigilia

“Ciao Babbo Natale, lo sai che un mese fa la nostra mamma è volata in cielo e ora ti saluta da lassù?”. Primogenita di tre figli tutti in tenera età e con difficoltà psicomotorie, Angela (nome fittizio), che ha 9 anni ed è stata affidata alla nonna assieme ai fratellini, è solo una delle decine di creature incontrate sinora dal Babbo Natale dei bimbi sofferenti, alias il forlivese Davide Marchetti. L’artigiano prestato alla solidarietà ha già percorso circa 2.500 chilometri in pochi giorni, da nord a sud dello Stivale. Partito dal Gargano, lo sperone roccioso nelle Puglie teatro della parabola terrena di Padre Pio da Pietrelcina, è poi risalito a Firenze, Bologna, Padova, Treviso e Ferrara, sino a rientrare a Forlì la notte della vigilia. Se Gesù Bambino è regolarmente rinato in una mangiatoia il 25 dicembre in ossequio alla tradizione cristiana, il Babbo Natale romagnolo non ha certo tirato i remi in barca, appagato del servizio: non a caso girerà sino all’Epifania invitato da centri di accoglienza, convitti, luoghi di cura diurni e di lungodegenza, asili, convitti, scuole e numerose abitazioni private.

Il Babbo Natale dei bimbi sofferenti

“L’importante – dichiara - è che ci siano bambini disposti a darmi un sorriso, in barba alla loro situazione di difficoltà”. I primi beneficiari di uno slancio altruistico che dura ormai da un quarto di secolo, sono stati i giovani disabili accolti a Cagnano Varano e Ischitella, due dei 23 centri socio-riabilitativi voluti dal santo con le stimmate. L’apice emotivo della sua singolare missione è stato però a San Giovanni Rotondo, durante la visita al reparto di oncoematologia pediatrica della “Casa Sollievo della Sofferenza”: Davide ha portato il dono richiesto (con letterina) ai circa dieci piccoli degenti ricoverati, obbligati a trascorrere il Natale in ospedale a causa della gravità della malattia. Non tutti sono riusciti a sorridere (alcuni erano sotto morfina per alleviare le pene), ma ci hanno pensato i genitori a rincuorare un Babbo Natale visibilmente commosso.

Celeste Ricciardi, la caposala, ha consegnato ai volontari forlivesi il libro, fresco di stampa, “Voglia di Vita”: è un puzzle di volti, emozioni, timori, rabbia e speranza dei tanti piccoli affetti da neoplasia, entrati in varie epoche nel difficile reparto della Casa Sollievo della Sofferenza, operante dal 1997. I giovani protagonisti della pubblicazione sono tutti usciti guariti, dopo aver lottato insieme alle loro famiglie e ai sanitari della struttura. Nell’atto di uscire dall’ospedale di San Giovanni Rotondo, uno dei più avanzati in Italia per intensità della ricerca e qualità delle cure prestate, Marchetti si è visto abbracciare da una giovane, che gli ha chiesto se si ricordasse di lei. La ragazza, raggiante, ha rivelato di essere stata una delle prime bimbe ricoverate in oncologia, a beneficiare, vent’anni anni prima, della visita del Babbo Natale forlivese. Davide indugiava e lei lo incalzava: “Dai, mi portasti una bambolina parlante, proprio non ricordi?”. Quella creatura, grazie anche alle cure dei medici della “Casa Sollievo della Sofferenza”, è completamente guarita e adesso fa volontariato (clownterapia) nella struttura che le ha ridato la salute e un insperato futuro da vivere.

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