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Il monito del vescovo Corazza: "Come Chiesa dobbiamo cambiare in fretta e comunicare il Vangelo in modo interessante"

E' il monito del vescovo Livio Corazza in un'intervista a firma di don Giovanni Amati rilasciata al settimanale diocesano "Il Momento"

"E' sotto gli occhi di tutti" la diminuzione della pratica religiosa dopo il covid. E "come Chiesa dobbiamo cambiare in fretta, dare la possibilità ai giovani di incontrare senza pregiudizi il Vangelo nella sua verità liberante. Finora non abbiamo saputo comunicarlo in modo interessante". E' il monito del vescovo Livio Corazza in un'intervista a firma di don Giovanni Amati rilasciata al settimanale diocesano "Il Momento". Per Corazza la disaffezione alla Chiesa non rappresenta un problema solo nei numeri, "ma nelle motivazioni e nelle alternative. Dove vanno quelli che non vengono in Chiesa? E, la seconda domanda, non è meno importante: Sono più felici? I ricercatori ci dicono che, per esempio fra i giovani, non si osservano “passioni particolari” e, aggiungono, che viviamo “un’epoca di passioni tristi”. Insomma, l’alternativa non sembra sia migliore. Mi raccontava un educatore salesiano che la sera fatica a coinvolgere i ragazzi a giocare insieme, preferiscono isolarsi e giocare con il cellulare. Non mi pare sia una gran conquista! Mi aspetterei che i sociologi ci aiutassero a capire le alternative e quanto sono liberi i nostri ragazzi nella capacità di sognare e scegliere il loro futuro".

Il vescovo rimarca come la pandemia abbia "accelerato un cambiamento culturale in tante fasce della nostra società. I ragazzi e i giovani che vengono in Chiesa e riescono ad emanciparsi dall’uso dei social, sanno donare il proprio tempo, stare insieme, coltivare e custodire ideali di fiducia e di speranza per il futuro. “Dai frutti li riconoscerete”. Lo abbiamo visto nel tempo della pandemia e dopo l’alluvione, i nostri ragazzi erano in prima fila nell’aiutare il prossimo. E hanno continuato anche dopo. Avviene anche in tanti giovani, ma nella Chiesa questo è un obiettivo proposto e incoraggiato. Nella Chiesa i ragazzi possono trovare ideali gioiosi e coraggiosi. Vincendo tristezza, individualismo e menefreghismo".

Nell'intervista don Giovanni Amati cita anche un interrogativo di Gesù, "Quando il Figlio dell’uomo tornerà troverà ancora la fede sulla terra?". Per Corazza si tratta di "un monito e uno stimolo. Quando si spegne la fede, oggi più di ieri, si spegne anche la prospettiva di una speranza per il futuro. Non conta quanti sono i credenti; la fede di coloro che credono, per essere convincente, deve essere convinta e contagiosa. Passo le giornate ad incontrare giovani delle parrocchie e delle associazioni, convinti della loro fede e disponibili a portare il loro contributo positivo sulla scia di Gesù Cristo e di coloro che ci hanno preceduto. Non si arrendono di fronte alle difficoltà e alla fuga dei loro coetanei, ma hanno il coraggio di andare controcorrente. Come Chiesa dobbiamo cambiare in fretta, dare la possibilità ai giovani di incontrare senza pregiudizi il Vangelo nella sua verità liberante. Finora non abbiamo saputo comunicarlo in modo interessante".

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