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Cronaca Meldola

Il premio "Nella Versari" all'artista Ivo Gensini: cerimonia a Palazzo Doria Pamphili

Ivo Gensini si è formato all’Accademia di Belle Arti di Bologna avendo per docente di scultura Umberto Mastroianni

Sabato alle 17 Palazzo Doria Pamphili di Meldola ospiterà la cerimonia di consegna del premio "Nella Versari" a Ivo Gensini, uno dei maggori artisti romagnoli viventi, già ospite della 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, chiamato da Vittorio Sgarbi che lo definì allora “l’ultimo astratto, tra Chillida e Nicholson”. Il premio viene assegnato dall’Accademia degli Imperfetti di Meldola "a quegli artisti che mostrino un Destino nelle arti figurative". "Agli artisti premiati viene dunque riconosciuta - come recita l'atto istitutivo del Premio stesso - l’autenticità della ricerca e degli esiti formali ad essa legati, solo in questo modo sarà possibile rimanere nello spirito della vita e dell’opera di Nella Versari, per ricordare la quale questo Premio è stato istituito". Alla premiazione, come di prassi, è associata una mostra personale presso la “Galleria Michelacci” (ovvero l'ex Chiesina dell’Ospedale di Meldola, in via Cavour 60), curata dalla critica d'arte Rosanna Ricci, che inaugurerà subito dopo la premiazione, alle 18, alla presenza dell'artista e che rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 9 giugno.

Ivo Gensini si è formato all’Accademia di Belle Arti di Bologna avendo per docente di scultura Umberto Mastroianni ed è stato, a sua volta e per molti anni, titolare della cattedra di Scultura all’Istituto d’Arte di Forlì. In questa città ha collaborato ripetutamente con musei e istituzioni per opere di restauro e per eventi culturali. Influenzato anche da Raffaele Mondini, Gensini si dedica, nei primi anni Ottanta, a sculture meccanomorfe – nell’ambito di una più generale critica alla modernità – per poi dedicarsi a più proprie opere scultoree di intonazione biomorfa all’interno di una impostazione che ha nelle preziose geometrie informali di Alberto Burri il suo più preciso punto di riferimento. Originale, però, è la dedizione di Gensini all’opera scultorea che, pur composta con materiali metallici poveri o di recupero, viene trattata con attenzioni degne di un orafo di altri tempi. All’interno di questo lavoro formale hanno trovato spazio, dagli anni Duemila, citazioni dal vero (mele, pesci, nidi e uova) che hanno incanalato il suo lavoro verso più stringenti rapporti con la realtà. Dopo il momento del recupero, della ricostruzione e del salvataggio di frammenti – trattati con la massima cura, a futura memoria – per Gensini giunge il momento di una riflessione sul vizio di base del Moderno e sui suoi corollari: l’essersi allontanato dalla realtà e dal concreto presente per divenire un formalismo autoreferenziale.

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