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Cronaca

Il registro delle Malattie croniche intestinali tra i migliori in Italia

Il registro delle Malattie croniche intestinali dell'U.O. di Gastroenterologia dell'Ausl di Forlì è fra i cinque migliori progetti italiani selezionati dall'Osservatorio Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere)

Il registro delle Malattie croniche intestinali dell’U.O. di Gastroenterologia dell’Ausl di Forlì è fra i cinque migliori progetti italiani selezionati dall’Osservatorio Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) “Pratiche di buona sanità”, che ha raccolto, analizzato e valutato – in due fasi successive, attraverso l’attività di un Comitato strategico e di un Comitato scientifico, alcune delle esperienze più significative realizzate negli ultimi tre anni dalle Aziende Sanitarie e Ospedaliere in tema di miglioramento dell’efficienza e della qualità.

Complessivamente, l’Osservatorio ha ricevuto 136 pratiche, da 43 Aziende Sanitarie e Ospedaliere di tutta Italia, e martedì 6 dicembre, a Roma, all’Ara Pacis Augustae, si terrà il convegno conclusivo dell’iniziativa, dal titolo “La Buona Sanità in pratica”, in occasione del sarà stilata la classifica finale. Alla cerimonia, alla quale interverrà il nuovo ministro della Salute Renato Balduzzi, parteciperanno il prof. Enrico Ricci, direttore dell’U.O. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ausl di Forlì, e la dott.ssa Daniela Valpiani, coordinatore dell’Ibd Unit forlivese, nella speranza, ovviamente, che l’esperienza del registro forlivese delle IBD (Inflammatory Bowel Disease), l’unica delle 36 presentate da 12 diverse Aziende dell’Emilia-Romagna a essere stata selezionata, possa conquistare il gradino più alto del podio. In ogni modo, il progetto è già stato inserito nel “Libro Bianco sulla Buona Sanità” pubblicato dall’Osservatorio Fiaso e contenente le migliori pratiche aziendali emerse dalla cernita effettuata dallo stesso Osservatorio.

«Per noi, è un riconoscimento importante e prestigioso – commenta il prof. Enrico Ricci – essere fra i 5 migliori progetti selezionato dall’Osservatorio Fiaso conferma, infatti, come Forlì si ponga ai vertici in Italia in materia di innovazione e come la nostra Azienda abbia ormai conquistato una posizione di tutto rispetto nel panorama nazionale». L’esperienza pilota forlivese di registro IBD, d’altronde, è una novità assoluta. «Ad oggi, nel nostro paese, non esistono evidenze epidemiologiche certe circa le malattie infiammatorie croniche intestinali: ci sono state rilevazioni spot, mai studi approfonditi – rivela il prof. Ricci – adesso, stiamo estendendo la nostra esperienza a tutta la Romagna, così da avere dati epidemiologici certi e significativi, indispensabili per pianificare un corretto utilizzo delle risorse». Il registro forlivese, avviato nel 2008 dall’Ibd Unit forlivese, coordinata dalla dott.ssa Daniela Valpiani, e relativo al territorio dell’Azienda (178.977 abitanti), è stato realizzato utilizzando come banca dati l’anagrafe e raccogliendo i pazienti con diagnosi di Rettocolite ulcerosa, Morbo di Crohn e Colite Indeterminata residenti nei 15 Comuni fra 1994 e 2008. Dalle prime evidenze emergono già indicazioni interessanti. «Innazitutto, queste patologie sono in costante crescita – spiega il prof. Ricci – l’incidenza annuale, per il morbo di Crohn, è intorno al 9,2 per 100mila abitanti, mentre per la colite ulcerosa arriviamo addirittura al 17 per centomila abitanti. Inoltre, si riteneva che queste malattie fossero proprie dei giovani, invece, i dati mostrano che anche adulti e anziani sono sempre più interessati: nel 48,3%  dei casi la diagnosi di una malattia cronica intestinale è avvenuta dopo i 44 anni. Infine, un incrocio con la banca dati del Registro tumori della Romagna ha mostrato come ben il 6,4% dei soggetti cui sono state diagnosticate malattie croniche intestinali abbia successivamente sviluppato un tumore».

L’U.O. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ausl di Forlì, è impegnata da tempo nel campo delle malattie croniche intestinali, come testimonia l’attività dell’Ibd unit, team multisciplinare nato nel 2004 per una migliore gestione del paziente affetto da tali patologie.anche per contrastare sul pianità” anche per contrastare sul piano comunicativo la percezione di una sanità-practice.

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