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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Falsi loghi del Ministero, così si favoriva l'immigrazione clandestina: 3 arresti

Decapitata dagli agenti della Squadra Mobile di Forlì, diretti dal dirigente Claudio Cagnini, un'organizzazione dedita all'ingresso di clandestini in Italia, provenienti in larga parte dall'area magrebina

Decapitata dagli agenti della Squadra Mobile di Forlì, diretti dal dirigente Claudio Cagnini, un'organizzazione dedita all'ingresso di clandestini in Italia, provenienti in larga parte dall'area magrebina. L'operazione, denominata "Terre di Romagna, coordinata dal Procuratore capo della Procura di Forlì, Sergio Sottani, e dal sostituto Fabizio Di Vizio, si è conclusa con l'arresto di tre persone: si tratta di un 39enne di Teramo, un 55enne di Marcianise ed un tecnico informatico 37enne forlivese.

Denunciate a piede libero altre quattro persone, in qualità di fiancheggiatori, tra cui la compagna del 39enne, di nazionalità romena. Le accuse sono di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina aggravato, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, falso materiale, contraffazione delle impronte della pubblica amministrazione e sostituzione di persona. I provvedimenti di custodia cautelare in carcere sono stati firmati dal giudice per le indagini preliminari Luisa Del Bianco.

Immigrazione clandestina, operazione "Terre di Romagna"

L'indagine, che ha visto impegnato personale della Sezione Criminalità Organizzata e Straniera della Squadra Mobile di Forlì, in coordinamento con la Squadra Mobile di Bologna e con il supporto di unità operative del Commissariato di Imola, è iniziata nel dicembre 2011 in seguito all'accertamento di un documento contraffatto per il rilascio di un nulla osta per il permesso di soggiorno in Italia.

Tali venivano richiesti da quattro aziende fittizie, tutte con sedi legali a Imola, tra le quali "Terre di Romagna", che ha dato il nome all'operazione. Gli immigrati erano pronti ad investire tra i 500 ed i 1000 euro  per ottenere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro. L'organizzazione, alla quale si erano rivolti ben 255 cittadini extracomunitari (nessuno dei quali però è entrato in Italia), provvedeva alla produzione dei falsi nulla osta, con le impronte di pubblica autenticazione o certificazione contraffatti.

La Prefettura ha segnalato nel corso delle indagini un centinaio di pratiche sospette collegate alle aziende fittizie. Gli inquirenti hanno ricostruito i flussi telematici, individuando gli indirizzi ip internet dell'organizzazione. Lavoro che ha consentito di scoprire un dominio fasullo del Ministero, creato dal forlivese 37enne, che veniva utilizzato per mandare mail di sollecito alle ambasciate in Italia per richiedere il rilascio del visto.

Si è così scoperta la "centrale della falsificazione": la basa operativa è stata individuata a Imola, mentre da Forlì venivano inoltrate le richieste di permesso di soggiorno. Perquisizioni hanno interessato anche Massalombarda e Postiglione-Salerno), con il sequestro di svariate decine di falsi nullaosta all'ingresso nel territorio nazionale, e 286 supporti plastificati vergini con microchip destinati alla produzione di falsi titoli di soggiorno elettronico, nonché materiale per la falsificazione.

Sono state sequestrate anche quattro patenti di guida contraffatte, in ordine alle quali si è proceduto alla denuncia di ricettazione e falso matericale di un tunisino ed un romeno. Quest'ultimi sono stati trovati nell'abitazione del 39enne durante il blitz effettuato alle prime luci dell'alba di giovedì.

In casa del 37enne sono stati inoltre trovate 4 cartucce calibro 357 magnum e 7mila euro, ritenuti pertinenti alle pratiche richieste dagli immigrati. Gli arresti si trovano ora in carcere a Bologna a disposizione della magistratura. Nell'ordinanza il gip ha evidenziato il "pericolo di fuga" dei tre ammanettati, che disponevano tra l'altro di un passaporto per il Marocco.

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