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Cronaca

In Consiglio il caso della mucca soppressa da un vigile, il M5S: "Sentiti almeno 15 colpi"

Le autorità veterinarie dell'Ausl hanno chiesto alla Polizia Municipale che assisteva nell'operazione di estrarre l'arma di ordinanza e sopprimere la mucca

La vicenda della mucca uccisa con un colpo di pistola lo scorso 19 giugno da un agente della Polizia Municipale ha tenuto banco in Consiglio comunale di martedì pomeriggio. L'animale era scappato da un allevamento e dopo un inutile inseguimento di alcune ore, in cui ha messo in pericolo la circolazione sulle vie Bidentina e Monda, le autorità veterinarie dell'Ausl avrebbero optato per la soppressione dell'animale che avrebbe resistito ai tentativi di cattura, soppressione eseguita con una pistola dalla Polizia Municipale che assisteva nell'operazione.

Se per l'assessore al Benessere animale Sara Samorì “l'epilogo dell'abbattimento si è reso assolutamente necessario dato che era in forte stato di agitazione”, è di avviso ben diverso Daniele Vergini che ha chiesto come mai non è stata utilizzata la telenarcosi, vale a dire sedare l'animale “sparandogli” il narcotico che lo avrebbe calmato: “Mi resta da capire se in quel momento c'era un operatore abilitato all'uso dell'arma per la telenarcosi”, commenta il consigliere pentastellato. Ed ancora: “Quel giorno gli abitanti della zona hanno udito una quindicina di colpi di pistola, una mucca d'altra parte non muore con i colpi di pistola, ma la si fa solo soffrire”. 

“Non ci convincono le motivazioni addotte dall’amministrazione comunale circa la ricostruzione dei fatti che riguardano la mucca  fuggita da un allevamento e poi uccisa a Forlì in località San Martino in Strada, il 19 giugno scorso. Uccisione barbara e che si poteva evitare se si fosse utilizzata la telenarcosi”, interviene Fabrizio Ragni, capogruppo di Forza Italia nel suo question time sullo stesso argomento. Che conclude: “E' stata scelta la soluzione peggiore, barbara, da far west  in un centro abitato coi colpi di pistola: una scelta inqualificabile. Un intervento meno cruento avrebbe salvato la vita all’animale evitando una soluzione barbara ad una situazione che si poteva controllare e risolvere diversamente”.

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