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Cronaca

In piena Romagna il 21 di novembre si celebra la Madonna di Germania

Nel corso della giornata sono previste sante messe alle 7 e alle 20.30. La devozione alla Madonna di Germania risale all’anno mille. Un nobile cavaliere di Brunswich, un mattino, andando a caccia in una selva, sente all’improvviso bloccarsi il cavallo.

In piena Romagna, il 21 di novembre si celebra la Madonna di Germania. Teatro della singolare e misconosciuta devozione, che perdura da quasi trecento anni, è la chiesa del monastero delle Clarisse Urbaniste del Corpus Domini, in piazza Ordelaffi. Nel corso della giornata sono previste sante messe alle 7 e alle 20.30. La devozione alla Madonna di Germania risale all’anno mille. Un nobile cavaliere di Brunswich, un mattino, andando a caccia in una selva, sente all’improvviso bloccarsi il cavallo.

I tentativi di spronarlo risultano vani, il quadrupede non si sposta di un centimentro dalla posizione assunta. Il cavaliere alza istintivamente gli occhi e vede posata sopra un tronco d’albero una statuetta raffigurante la Vergine con il Bambino Gesù. Alll’immagine mariana viene immediatamente innalzata una chiesa. Nel XVI secolo, a seguito della Riforma protestante, la statuetta non è più al sicuro in Germania. Fu così che la duchessa Dorotea di Lorena, trovandosi a Venezia, la dona ai Gesuiti, i quali la portano nel loro collegio di Forlì. Nel XVIII secolo, a seguito della soppressione della Compagnia di Gesù (l’ordine di cui fa parte l’attuale papa Francesco), la statuetta giunge nella chiesa del Monastero del Corpus Domini, dove è tuttora venerata, custodita dalle Clarisse urbaniste.

A differenza di altre chiese forlivesi razziate di tutto punto dalle truppe francesi, giunte in Italia nel 1796 al seguito di Napoleone Bonaparte, il Corpus Domini è rimasto intatto sia come istituzione religiosa che come forziere d’arte. Merito di padre Andrea Michelini, rifondatore delle suore Clarisse dimoranti nell’attiguo monastero e ricostruttore in stile neoclassico della stessa chiesa, rialzata nel 1787 in stile neoclassico dalle macerie del rovinoso terremoto del 1781. Nei secoli precedenti la struttura aveva ospitato l’Ospedale e poi la chiesa dei Battuti Neri, o del Corpo di Cristo. Accanto alla sede della compagnia, che si occupava di seppellimenti di condannati a morte, stranieri e assassinati, nel 1571 vi si stabilirono le Convertite di Santa Maria Maddalena, poi Clarisse del Corpus Domini che vi edificarono convento e chiesa. Ricostruito su progetto di Carlo Santini, il santuario presenta un grande campanile e una cupola color verde rame.

Padre Michelini, sciolto dal voto di povertà in seguito alla soppressione dell’ordine dei Gesuiti di cui faceva parte, eccepì a buon titolo alle nuove autorità giacobine della città, il fatto di essere il privato proprietario del complesso. Alcune delle opere custodite all’interno del monastero, vedi le tele di Gaetano Gandolfi o la tavola di Marco Palmezzano raffigurante l'andata al Calvario, sono note alla crescente schiera di forlivesi appassionati della storia della propria città.

Non si può dire la stessa cosa della statua in legno di castagno raffigurante la Madonna di Germania: di scuola sassone, risale al XIII secolo ed è conservata sull’altare laterale di sinistra della chiesetta. L’opera è ammirabile negli orari d’apertura del Corpus Domini, coincidenti con i momenti di preghiera condivisa delle Clarisse Urbaniste

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