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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

In provincia 320 donne in carico nei centri anti-violenza: aumentano le denunce

La Regione Emilia-Romagna ha presentato il primo rapporto elaborato dall’Osservatorio Regionale contro la violenza di genere, istituito un anno fa

In occasione del prossimo 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, la Regione Emilia-Romagna ha presentato il primo rapporto elaborato dall’Osservatorio Regionale contro la violenza di genere, istituito un anno fa, come previsto dalla Legge Regionale 6/2014 e dal piano regionale del 2015.

"I dati elaborati dall’Osservatorio Regionale per il quinquennio 2012-2016 - illustra la consigliera Valentina Ravaioli - evidenziano la nostra Regione come una con i più alti tassi di violenza, con 66 femminicidi, ma anche la prima per denunce, che sono state oltre 31mila. Questo significa che la rete di servizi e strutture disponibili nella nostra Regione offrono un sostegno concreto alle donne che non si sentono abbandonate nel percorso di uscita dalla violenza, nella maggior parte dei casi subita all’interno delle mura domestiche in un contesto che dovrebbe essere quello degli affetti e della sicurezza e che si trasforma invece in un incubo che coinvolge direttamente e indirettamente spesso anche i minori".

“Il sistema regionale si basa su una rete di 56 sportelli di ascolto, 20 centri anti-violenza, 39 case rifugio, 10 centri di aiuto per uomini maltrattanti.” -  prosegue Ravaioli – “Per quanto riguarda la provincia di Forlì-Cesena, sono attivi 2 centri anti-violenza, 1 casa protetta e 1 centro per uomini maltrattanti, a cui si sono rivolte nell’anno passato 320 donne e che hanno permesso di offrire sostegno e protezione in 93 casi, di cui oltre la metà italiane, e quasi tutte si erano già rivolte ad altri servizi e alle forze dell’ordine. Una drammatica conferma: le violenze vengono subite prevalentemente in ambito familiare.”

“La violenza sulle donne è tuttavia solo la punta dell’iceberg di un fenomeno più complesso e articolato di discriminazione di genere - chiosa Ravaioli -. La Regione è in prima linea nella battaglia per le pari opportunità con azioni concrete su tutti i fronti. Sul piano culturale, sostenendo le associazioni e gli enti pubblici impegnati in percorsi di educazione all’affettività, di formazione, di valorizzazione delle differenze, di contrasto agli stereotipi che i mezzi di comunicazione e i social ci impongono".

"Sul fronte dell’occupazione, dove, in presenza di uno dei tassi di occupazione femminile più alto (oltre il 70%), si continua a sostenere politiche di conciliazione affinché le donne che non debbano essere costrette a scegliere tra la realizzazione professionale e la propria vita familiare. Nell’offerta dei servizi all’infanzia, con orari più flessibili perché è cambiato il mondo del lavoro con esigenze molto diversificate - conclude -. Sul piano legislativo, nel riequilibrio della normativa elettorale per garantire il protagonismo delle donne, nell’ottica di una democrazia pienamente attuata".

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