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Domenica, 28 Aprile 2024
Alluvione, la ripartenza / Romiti

Fu travolto da acqua e fango: il Nucleo di Cure Primarie dei Romiti porterà il nome del dottor Mario Bartoli

Si tratta, viene spiegato dal Comitato di Quartiere dei Romiti, di "un momento importante da evidenziare per la città di Forlì"

Lo tsunami di acqua e fango del 16 maggio scorso non aveva risparmiato il Nucleo di Cure Primarie 1 dei Romiti, in viale Bologna 69, dopo che per diversi mesi erano stati dislocati al PalaRomiti per emergenza alluvione. Riattivato l'11 settembre scorso, è prevista una inaugurazione ufficiale nella mattinata di sabato, alle 11. Si tratta, viene spiegato dal Comitato di Quartiere dei Romiti, di "un momento importante da evidenziare per la città di Forlì soprattutto perché nella circostanza il nucleo verrà intitolato ad una figura importante del territorio che ci ha lasciati, il dottor Mario Bartoli".

Per circa quarant'anni Bartoli ha aiutato e guarito centinaia e centinaia di persone, punto di riferimento non solo per il suo quartiere, i Romiti, ma anche per tante persone del territorio forlivese. Nato a Livorno il 7 settembre del 1931, Bartoli si diplomò al Liceo Classico "Niccolini-Guerrazzi" nella sua città natale prima di trasfersi, nel dopo guerra, con i genitori e il fratello a Forlì. Nel 1956 si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Bologna, quindi conseguì la specializzazione in Malattie del Fegato e Ricambio presso l’Università di Ferrara. Non ancora laureato, fra il 1955 e il 1956, iniziò la professione sostituendo il dottor Antonio Zambianchi, medico condotto nel quartiere Romiti della città di Forlì. Quindi svolse incarichi a Bertinoro e all’ospedale Nefetti di Santa Sofia, per poi ritornare, all’inizio degli anni Sessanta, ai Romiti a svolgere la sua professione di medico di base che mantenne fino alla pensione, nel 1999. "Era un uomo coltissimo, dagli sconfinati interessi, di straordinaria vivacità intellettuale e di una smisurata curiosità", lo ricordò il Comitato di Quartiere in occasione della scomparsa.

Il Comitato lo dipinse come "esempio di grande impegno al servizio dei cittadini del Quartiere Romiti, della città e del territorio con particolare attenzione alle persone più deboli e bisognose. In particolare ricordiamo la premura e la competenza con le quali ha seguito molti pazienti nel percorso delle loro malattie, stando vicino con il suo essere più che medico, padre, fratello e amico. Ha dato a tutti noi una testimonianza di altissimo valore civico e morale. Protagonista assoluto per tanti anni nell'ascoltare, aiutare e capire le molteplici problematiche dei suoi pazienti, era sempre disponibile e pronto ad intervenire in qualsiasi momento e ora della giornata".

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