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Venerdì, 19 Aprile 2024
Incidenti stradali

Tre centauri morti in poco tempo, l'Asaps: "Non siamo tutti Dovizioso, c'è una carneficina in atto"

Il territorio forlivese piange tre motociclisti in appena un mese, tutti e tre deceduti su due strade che non rappresentano solo vie di comunicazione tra un posto e l'altro

Il territorio forlivese piange tre motociclisti in appena un mese, tutti e tre deceduti su due strade che non rappresentano solo vie di comunicazione tra un posto e l'altro, ma veri e propri “santuari” affollati di due ruote. E l'estate è appena iniziata. “Il problema dei motociclisti sta sfuggendo di nuovo di mano, è inutile girarci intorno”, è il commento a caldo di Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, l'attiva associazione forlivese sulla sicurezza stradale, autorevole in tutt'Italia sul tema dell'incidentalità. 

Ed è proprio l'Asaps a dare il drammatico dato: nell'ultimo weekend sono morti sulle strade italiane 12 motociclisti, di cui due nel forlivese. Spulciando le cronache locali da nord a sud, infatti, il conto è presto fatto. “E' in atto una carneficina di motociclisti sulle strade italiane, e ne sta parlando solo l'Asaps”, spiega Biserni. Nel comprensorio forlivese i segni di questa carneficina sono tangibili: il 23 maggio scorso, a Casone di Dovadola, una motociclista, Manuel Castagnoli, travolge un pedone che camminava a bordo strada lungo la Statale 67, Primo Benedetti. Entrambi sono morti sul posto. Poi sabato 10 giugno, sempre sulla Statale 67, più a valle, a San Varano tra Forlì e Castrocaro, è toccata a centauro 60enne, Vincenzo De Salvo, schiantatosi contro un'auto che svoltava a sinistra in un parcheggio. Infine il giorno dopo, domenica, sulla “Bidentina”, in montagna: a Isola, tra Santa Sofia e Corniolo, ha persona la vita il 46enne Roberto Valmori di Castrocaro. La trasportata è stata sbalzata nella scarpata. Un bollettino di guerra, insomma.

Biserni sa di andare controcorrente e analizza: “Il motociclista è sempre perdente sulla strada: ne sono morti 14.405 dal 2001 al 2015. C'era stato un calo dai mille morti l'anno dei primi anni Duemila fino al minimo del 2014 704 morti (esclusi i ciclomotoristi), poi nel 2015 la ripresa, con 773 decessi. Che sta succedendo? Anzitutto sta aumentando il numero complessivo dei motociclisti, c'è il fenomeno di quelli di “ritorno”, 50enni e 60enni che hanno ritorni di fiamma ma non sono più in grado loro e le moto sono diverse da quando avevano smesso”. Perché “sulle strade oggi ci sono moto che vanno oltre i 300 km orari, con un'accelerazione di 0-100 in 4 secondi”. Cambiano anche le condizioni della strada, sempre più popolata da anziani i cui riflessi non sono più quelli di una volta, ma anche di giovani distratti dallo smartphone.

Drammatico incidente mortale a Dovadola, 23-5-2017

“La causa frequente degli incidenti con motociclisti è la svolta lenta a sinistra di un veicolo che viene incontro. Dire chi ha ragione  interessa fino a un certo punto, perché i motociclisti anche quando hanno ragione sono sempre perdenti nello schianto con un altro veicolo. Vedo centauri anche adeguatamente protetti che si sentono sicuri e consapevoli dei loro limiti, ma non calcolano la mancanze dell'altro utente della strada, sempre più composto da anziani che sono meno reattivi nelle situazioni di rischio”. Però, va anche detto che “l'ottantenne che vede il faro che arriva incontro che balla, non è che lui è svitato, ma è la moto che sta andando ai 120 all'ora e che in un secondo gli sarà addosso”. L'appello di Biserni e dell'Asaps è di rendersi il più visibili possibile. “La nostra prossima campagna si chiamerà proprio 'Visibili', i motociclisti devono rendersi visibili per esempio con giubbotti catarifrangenti  anche di giorno”.

Drammatico frontale a San Varano

E poi ci sono tanti dati di contesto, “da una rete stradale che non perdona nessun errore dei motociclisti, fino alla distrazione causata dai telefonini e alla mancanza di controlli fisici sulle strade, mentre vengono demoliti utili strumenti come autovelox e addirittura gli etilometri”. In provincia di Forlì-Cesena i morti da incidente stradale sono già 13 nel 2017, di cui appunto i 3 motociclisti delle ultime settimane. Il primo invito è quello di moderare le velocità: “Uno schianto con velocità al momento dell'impatto di 50 km all'ora per il motociclista è mortale. Spesso vi è una sovrastima della proprie capacità accompagnata ad una non conoscenza di quella degli altri”. Per cui “vestiamoci pure come Dovizioso, ma non siamo Dovizioso”. Ed infine: “Il posto più sicuro è al mondo per correre in moto resta la pista, perché ci sono le regole che vengono rispettate e non viene nessun contromano, né il giovane distratto dal cellulare, né l'anziano che cammina a bordo strada”.

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