rotate-mobile
Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

L'indagine: senso di insicurezza ridotto e forte sfiducia nei politici

Il senso di insicurezza nel territorio di Forlì-Cesena è, a differenza di quanto si pensi, minoritario, ma comunque da non sottovalutare. Lo indica l'indagine campionaria, che relega i politici in fondo alla classifica di fiducia

Il senso di insicurezza nel territorio di Forlì-Cesena è, a differenza di quanto si pensi, minoritario nel territorio provinciale, ma comunque da non sottovalutare. Lo indica l'indagine campionaria “Cittadini e vita quotidiana a Forlì-Cesena: benessere, relazioni sociali, partecipazione”, promossa dall’Amministrazione provinciale di Forlì-Cesena e realizzata dall'Università di Bologna. La ricerca è stata presentata lunedì mattina in Provincia.

Lo scarto tra la percezione di insicurezza riferita ad un ambito territoriale astratto come l’Italia e quella riferita al territorio in cui si vive e di cui si ha esperienza concreta è molto elevato. Ben l'81,2% ritiene infatti l'Italia un luogo in cui è molto pericoloso vivere (“paura astratta”), in particolare per la microcriminalità, mentre il territorio di Forlì-Cesene viene percepito come insicuro solo dal 37,2% dei cittadini (“paura concreta”). I più allarmati sono indubbiamente gli anziani, coloro che hanno una bassa scolarizzazione e chi ha una contenuta disponibilità economica. Altri fattori che influenzano la percezione di insicurezza nel contesto territoriale sono la condizione occupazionale e l’orientamento politico di centro-destra.

L'indagine dell'Università di Bologna ne ha anche per la percezione della politica: anche a Forlì-Cesena politici e partiti politici sono l'ultimo e il penultimo gradino per grado di fiducia da parte dei cittadini. Anche in un territorio storicamente politicizzato come il nostro emerge una  forte sfiducia e distanza nei confronti della politica. Livelli più elevati di fiducia vanno a insegnanti, università e scuola. Notevole è anche lla fiducia nei confronti di polizia, carabinieri e, un poco sotto magistrati.

I cittadini di Forlì-Cesena danno più fiducia a sacerdoti e Chiesa rispetto alle istituzioni civili e gli amministratori pubblici, sebbene di molto poco. Quindi arrivano nella scala, i sindacati. Sul banco dei “cattivi”, i cittadini di Forlì-Cesena mettono nell'ordine i media, la pubblica amministrazione, i grandi manager, le banche e, appunto, in fondo in fondo partiti politici e politici.

La lontananza dalla politica non significa che non ci sia voglia di partecipazione. La partecipazione associativa, così come la sensibilità ambientale, risultano strettamente connesse al titolo di studio, crescendo all’aumentare del livello di istruzione, variabile a sua volta legata fortemente all’età degli individui; emerge tuttavia proprio tra i giovani un maggior distacco dalla politica.

Non mancano i principi, almeno dichiarati, in alcune alcune risposte dei cittadini per quanto concerne l'essere “società”: la frase “non è ammissibile assentarsi dal lavoro quando non si è realmente ammalati” riscuote un giudizio medio di 7 (in una scala da uno a 10), mentre la tolleranza dell'evasione fiscale (“E' ammissibile dichiarare al fisco meno di quanto si guadagna”) riscuote un punteggio di 2,87 (in una scala da 1 a 10).

Quale immagine del territorio riscuote maggiore consenso? La maggioranza degli intervistati è d’accordo nel definire il territorio provinciale come un territorio ‘con una propria storia e identità’ (58%) e un’area ‘ancora a misura d’uomo’ (57,5%). Dunque, la provincia di Forlì-Cesena sembra per certi versi al riparo da dinamiche di spersonalizzazione delle reti sociali e di estraniamento culturale, che non di rado accompagnano gli impatti locali della globalizzazione, soprattutto se scarsamente governata.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'indagine: senso di insicurezza ridotto e forte sfiducia nei politici

ForlìToday è in caricamento