rotate-mobile
Cronaca Meldola

Dalla sperimentazione alla clinica: all'Irst il tumore all'intestino si cura con l'innovativo radiofarmaco

Già utilizzata all’Istituto Tumori della Romagna in fase sperimentale, la nuova chance terapeutica è indicata per pazienti affetti da tumori neuroendocrini

C’è anche l’Istituto Tumori della Romagna Irst Irccs tra i primi centri che, a seguito del recente via libera rilasciato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) all’utilizzo del radiofarmaco innovativo lutezio - 177Lu - oxodotreotide (Lutathera) per il trattamento dei tumori neuroendocrini, ne ha iniziato la somministrazione in pratica clinica ordinaria. Il radiofarmaco – già largamente utilizzato in Istituto in fase sperimentale –  è stato, infatti, immesso in commercio per l’impiego nella pratica in sicurezza grazie alle evidenze di attività e tollerabilità dimostrate anche nell’ambito di studi internazionali ai quali Irst ha partecipato attivamente.

In particolare, Lutathera è indicato nel trattamento dei tumori neuroendocrini del tratto gastro-entero-pancreatico (Net-Gep). Il sistema neuroendocrino è costituito da cellule che hanno caratteristiche tipiche sia delle cellule endocrine, che producono gli ormoni, sia di quelle nervose. Le cellule neuroendocrine sono presenti in tutto l'organismo e nei diversi organi svolgono funzioni specifiche, come regolare il flusso dell'aria nei polmoni o la velocità di transito del cibo nel tratto gastrointestinale o il rilascio dei succhi digestivi nell'intestino. In Italia questi tumori presentano un’incidenza di 4 persone ogni 100.000 abitanti all’anno. A seguito del via libera Aifa, l’attività clinica ha preso rapidamente avvio tanto che, da pochi giorni, sono stati già dimessi i primi cinque pazienti assistiti in regime di ricovero nel reparto di Medicina Radiometabolica Irst, unità guidata dal Stefano Severi sotto la direzione del professor Giovanni Paganelli.

Sviluppato da Advanced Accelerator Applications (AAA – Novartis Company), Lutathera è il primo radiofarmaco approvato in Europa e in Italia rivolto a questo gruppo di tumori rari ed è utilizzabile già in prima linea dopo progressione alla terapia con analoghi della somatostatina, ormone prodotto dal nostro organismo che ha il ruolo di regolare numerose funzioni corporee. In particolare, Lutathera rappresenta un’importante opportunità terapeutica – con modesti e controllabili effetti collaterali – per quei pazienti adulti affetti da tumori neuroendocrini ben differenziati (G1 e G2), progressivi, non asportabili chirurgicamente o metastatici e che siano positivi ai recettori per la somatostatina. La presenza di questi recettori, necessari per consentire al radiofarmaco di legarsi ad essi e di liberare la propria attività radioattiva solamente contro le cellule tumorali, viene confermata tramite un’indagine diagnostica chiamata Pet, effettuata in via preliminare alla terapia con Lutathera. In questo modo è possibile garantire ai pazienti un trattamento personalizzato basato sulle caratteristiche della malattia.

L’utilizzo di Lutathera è possibile solamente in centri autorizzati riconosciuti a livello regionale e s’inserisce in un più ampio percorso di presa in carico del paziente attraverso il coinvolgimento di diverse professionalità; percorso che presso Irst Irccs è garantito dal Gruppo Multidisciplinare delle Neoplasie Neuroendocrine della Romagna coordinato da Toni Ibrahim. Un gruppo, accreditato dalla rete europea dei tumori rari Euracan (European Reference Network of Rare Adult Cancers), all’interno del quale collaborano diverse figure multispecialistiche per offrire un percorso altamente qualificato in termini di assistenza, ricerca e formazione nell'ambito delle neoplasie neuroendocrine che ha in carico oltre 500 malati all’anno.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dalla sperimentazione alla clinica: all'Irst il tumore all'intestino si cura con l'innovativo radiofarmaco

ForlìToday è in caricamento