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Cronaca

L'ex asilo Santarelli potrebbe diventare una biblioteca. La proposta dell'assessore Leech

Questa la riflessione dell'assessore alla Cultura del Comune di Forlì, Patrick Leech. “Nella nostra Forlì, l’apertura a nuove attività portata avanti negli ultimi anni ha triplicato le visite annuali, da 35mila a più di 100mila"

Aumentano le visite alla Biblioteca Saffi. “L’Italia soffre di una concezione di biblioteca ancora in gran parte ancorata alla sola funzione di conservazione di consultazione dei beni storici. Funzione fondamentale ma non unica. Nelle città veramente europee, le biblioteche della città costituiscono il primo punto di approdo per quanto riguarda i suoi bisogni di lettura, di prima informazione sulla città, di aggregazione giovanile, di attività per le famiglie”.  Questa la riflessione dell'assessore alla Cultura del Comune di Forlì, Patrick Leech.

“Nella nostra Forlì, l’apertura a nuove attività portata avanti negli ultimi anni ha triplicato le visite annuali, da 35mila a più di 100mila. Tutto in una situazione oggettivamente difficile date le condizioni ben note dell’edificio. Credo che molti cittadini abbiano riscoperto la Biblioteca Saffi come punto chiave per un servizio culturale rivolto alla città intera e non ai soli fruitori dei beni storici. Credo anche che, vista della la criticità della struttura e l’impegno pluriennale dei lavori di un ripristino costoso (che auguro diventino strategici per le prossime amministrazioni) sarebbe bene considerare l’utilità di progettare una biblioteca pubblica anche in un altro sito, ad esempio all’ex-Asilo Santarelli”, propone l'assessore.

“Invito i cittadini a fare un breve giro su internet per vedere, ad esempio, soltanto le immagini di biblioteche cittadini come quello di Trollhättan in Svezia (47mila abitanti) o Norwich in Inghilterra (140mila abitanti), come dimostrazione dell’importanza che città anche di media dimensione ripongono nelle loro biblioteche.  Ma sta succedendo qualcosa anche in Italia. La nuova Malatestiana a Cesena ha recentemente aperto le porte con un esplicito richiamo alle funzioni allargate di una biblioteca non solo storica. La biblioteca pubblica di Bologna, la Sala Borsa, organizza attività di proiezione di documentari, gruppi di lettura, conversazioni in lingua straniera, corsi di italiano per stranieri, corsi di alfabetizzazione informatica e molto altro.  Con questa apertura della Biblioteca verso servizi nuovi, la Sala Borsa si è qualificata come luogo chiave per tutti i bolognesi, con più di un milioni di visite all’anno, quasi tre visite per abitante”, ricorda Leech.

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