rotate-mobile
Cronaca

"La centrale a biomasse minaccia le terme di Fratta"

Il progetto di centrale a biomasse a Fratta Terme minaccia le acque termali della Fratta e il complesso lavoro di rilancio turistico della frazione in atto dal Grand Hotel Terme. Lo dice Gian Marco Rossi

Il progetto di centrale a biomasse a Fratta Terme minaccia le acque termali della Fratta e il complesso lavoro di rilancio turistico della frazione in atto dal Grand Hotel Terme. Il presidente Gian Marco Rossi, noto albergatore di Bagno di Romagna e proprietario an che della struttura di Fratta Terme suona il campanello d'allarme e chiede a Provincia e Comune di Bertinoro di respingere il progetto.

Infatti lungo via Sonsa a monte delle Terme a soli 1.800 metri stradali dal Parco Termale, è stata richiesta l’autorizzazione per la realizzazione di un impianto di Combustione di Biomasse, la domanda è stata presentata dalla Cooperativa Agricola del Bidente con sede a San Martino in Vado di Civitella. “La pratica è in avanzato esame per cui sarà esaminata presso la Conferenza dei Servizi della Provincia i primi di Settembre”, rileva in un documento Rossi.

Per Rossi il progetto è da rigettare. Il territorio in questione, infatti, “è interessato da una Concessione per  Acque Minerali e Termali denominata “Sorgenti della Fratta” per una estensione di 1,5 ettari, una Concessione per Acque Minerali e Termali denominata “Temporanea della Fratta” per una estensione di 67,5 ettari, un Permesso di Ricerca di Acque Minerali e Termali denominato “Acque della Fratta” per una estensione di 620 ettari. Il bacino delle Terme della Fratta ha le seguenti acque Magnesiaca, Tettuccio romagnolo, Solfurea rinfrescativa, Salino solfurea,  Ferruginosa, Purgativa, Salsobromoiodica, provenienti tutte dalla zona a monte del Bacino Rio Salso dove erano ubicate le storiche cave di Gesso e di Zolfo”.

Rossi argomento che “il bacino di alimentazione dei principali pozzi presenti all’interno del Parco Termale è superficiale e le opere di captazione storiche, ancora sfruttate dopo gli interventi di ristrutturazione ed adeguamento, hanno limitata profondità (da 6 a 15 metri). Il Permesso di Ricerca  al fine di valutare le necessarie opere di  protezione delle falde acquifere termali, rilasciato dalla Provincia insiste proprio sull’area del progetto di centrale a biomasse”.

Per questo l'appello è a tutelare “l sistema idrogeologico di alimentazione del Bacino Termale che è estremamente delicato, mentre un impianto di tale dimensione risulterà fortemente invasivo per tutto quello che ne consegue dalla realizzazione alla gestione e anche in previsione del notevole traffico che graverebbe su una viabilità assolutamente non adeguata mettendo in crisi e congestionando un intero paese, togliendo quella tranquillità che caratterizza una località termale, con la certezza di mettere in crisi e vanificare ogni sforzo fatto, con risultati positivi, per riattivare le Terme”.

Al presidente della Provincia Massimo Bulbi e al sindaco di Bertinoro dice Gian Marco Rossi: “Lascio a Lei Presidente e a Lei Sindaco ogni considerazione senza voler drammatizzare, sulla compatibilità dell’intervento, sui rischi per le acque termali, per l’impatto atmosferico e ambientale e sulle future prospettive concrete di sopravvivenza delle Terme della Fratta e del lavoro di cento famiglie”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"La centrale a biomasse minaccia le terme di Fratta"

ForlìToday è in caricamento