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Lavori pubblici

Lavori alle colonne e scavi archeologici al Duomo: emergono scheletri, "anche di una madre con bambino"

La campagna di scavi, almeno quella ora in essere, si avvia alla conclusione. Ma, come spiega Claudio Giannelli, responsabile ufficio beni culturali e per l’edilizia di culto della Curia, “c’è la previsione di un cantiere che durerà lungo tempo"

Da diverse settimane il Duomo è interessato da lavori. Alcune colonne, infatti, hanno mostrato sofferenze e c’è bisogno di scavare per irrobustire, consolidare la struttura e scongiurare il peggio. Pertanto da fine ottobre sono stati avviati cantieri, uno esterno e altri interni, come da qualche settimana è evidente. La campagna di scavi, almeno quella ora in essere, si avvia alla conclusione. Ma, come spiega Claudio Giannelli, responsabile ufficio beni culturali e per l’edilizia di culto della Curia, “c’è la previsione di un cantiere che durerà lungo tempo, riguarderà aspetti di recupero delle strutture e delle fondazioni, adeguamenti antisismici, interventi sulle coperture”.

Il piano dei lavori

L’obiettivo, per ora, è “trovare la conformazione delle fondazioni della chiesa ottocentesca, in modo da orientare i prossimi lavori”. Già, perché la conformazione del Duomo è per lo più di quel secolo, costruita su una serie di altre cattedrali che si sono succedute nel tempo, pertanto è facile trovare frammenti murari di varie epoche. La cosa nuova, però, è che a suo tempo, quando fu innalzato il Duomo che conosciamo oggi, non vennero approfonditi studi sulle fondazioni quindi molto di ciò che verrà scoperto sarà una novità per la storia forlivese. Infatti sono già in essere alcuni rilevi che nei tempi opportuni saranno presentati e non si esclude, come aggiunge Giannelli, “un gruppo di lavoro che affianchi i vari cantieri” per scovare aspetti inediti della storia locale. “La prospettiva - aggiunge Giannelli - è un cantiere in più lotti che riguarderà aspetti di carattere strutturale, tetto, sommità del campanile, poi ci saranno interventi interni per le decorazioni”.

La croce

Il campanile, nella parte alta, è una ricostruzione anni Settanta, un parallelepipedo in cemento armato che ora chiede qualche intervento, allora sarà anche l’occasione di ricollocare la croce sulla cuspide del campanile, rimossa nell’ottobre del 2018 dopo aver subito i danni di una tempesta.

Riaffiorano scheletri

Nell’ambito delle indagini finalizzate a un progetto complessivo sono stati fatti scavi che hanno riportato alla luce tracce – prevedibili per il sottosuolo di una chiesa dalla lunga storia – ma interessanti e inedite. Tantissime ossa, sepolture e scheletri appoggiati al suolo, tra essi, rivela l’ingegnere Alberto Gentili “una madre con bambino di uno o due anni” a 2,7 metri di profondità. Inoltre, pare di vedere l’abside della prima chiesa in un muro semicircolare che è affiorato nei pressi della cappella della Madonna del Fuoco. Sono stati rinvenuti cunicoli in muratura che, ispezionati visivamente da pertugi, hanno mostrato il contenuto: casse con spoglie di antichi forlivesi. Si tratta di inumazioni sotto il pavimento della cattedrale gotica che, a metà dell’Ottocento, fu a via a via smantellata per ragioni di stabilità.

Altre scoperte, "risultati positivi"

Per gli appassionati di storia locale si segnala il rinvenimento di un muro in blocchi ben squadrati di calcare bianco, è a poco meno di tre metri sotto il colonnato. Tre metri di profondità è il livello in cui si raggiungerebbero le fondazioni della chiesa ottocentesca, murature poderose e molto spesse che hanno dimostrato di essere solide benché con problemi in alcuni punti, tutto sommato “gli scavi hanno dato risultati positivi” precisa Giannelli, cioè la situazione merita cura, ma meno di quanto ci si immaginava. Inoltre, più si scende in profondità più si va indietro nel tempo, pertanto tra gli strati di terra si vede il livello altomedievale e, proprio a tre metri, si può vagheggiare di aver riportato alla luce il piano di Forum Livii.

"Lavori, un'occasione per nuove scoperte"

Quanti anni ha il Duomo? A poco a poco che procedono gli scavi se ne saprà di più, e forse è più antico di quanto comunemente si pensi. Se nell’anno Mille era una pieve, potrebbe essere stato costruito nel Quinto secolo. È dedicato alla Santa Croce perché conserva un grande frammento del patibolo sul quale spirò Gesù. Oltre al consolidamento, dunque, è il momento per avanzare ipotesi finora mai sondate sulla storia della cattedrale forlivese, come suggerisce Giannelli: “Non è solo un cantiere di restauro, ma sarà l’occasione di avviare una produzione che accompagni a poco a poco nuove scoperte”.  

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