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Cronaca

Le carte private dell'onorevole Servadei donate alla città

Si è svolta la donazione ufficiale delle carte private e dei libri dell'onorevole Stefano Servadei all'Archivio di Stato di Forlì

Si  è svolta la donazione ufficiale delle carte private e dei libri dell’onorevole Stefano Servadei all’Archivio di Stato di Forlì. Oltre a lui erano presenti il direttore dell’Archivio, Gianluca Braschi,  Liliana Vivoli, già direttrice dell’Archivio e Dino Mengozzi docente dell’Università di Urbino. Si tratta di un fondo che va ad aggiungersi alla ricca collezione di carte e libri di altri importanti uomini politici e di cultura romagnoli, da Fortis a Schiavi. L’Archivio privato di Servadei si articola su diversi nuclei della sua attività di politico, amministratore e uomo di cultura, dal 1945 a oggi.

Le carte di Stefano Servadei all'Archivio di Forlì (Foto Cristiano Frasca)



La biblioteca conta di 1000 libri, inoltre  una collezione di riviste la “Piè” (dal 1970 a oggi), “Libro aperto”, “Confini”. Venti album di articoli che contengono, in ordine cronologico, gli articoli scritti e pubblicati sulla stampa dal 1970 a oggi. Materiale cartaceo, suddiviso in cartelle, contenente fogli con appunti e materiali preparatori, per comizi e conferenze. Carte personali: lettere e corrispondenze con i maggiori protagonisti della vita politica nazionale. Lettere di Pietro Nenni, Bettino Craxi, Nilde Jotti, Lelio Lagorio, Giacomo Mancini, Giuliano Vassalli, Antonio Giolitti, Antonio Fazio, Lorenzo Bedeschi. Infine fotografie dell’attività pubblica di Servadei: inaugurazioni, manifestazioni politiche, conferenze, comizi.

Stefano Servadei, nato a Forlì nel 1923, uomo politico socialista, è stato uno dei maggiori protagonisti della vita politica romagnola, prima come consigliere comunale e provinciale a Forlì, poi come Deputato al Parlamento dal 1963 al 1979, dove ha ricoperto ruoli di rilievo da Sottosegretario e Questore della camera dei deputati, dal 1979 al 1983. E’ stato il fondatore del Movimento per l’autonomia della Romagna (MAR) nel 1990.

Le sue carte e la sua biblioteca, mantenute unite in un corpo solo, in una sola sede, permettono di vedere in atto il suo laboratorio di attività, dalle sollecitazioni nate in ambito locale alla loro traduzione in ambito legislativo. È stata, infatti, costante preoccupazione di Servadei quella di intrecciare due livelli dell’azione politica, il Governo centrale e le realtà locali, specie romagnole.
 

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